martedì 29 marzo 2016

28 Marzo 2016 Unesco Cities Marathon

Ci siamo. É il grande giorno. Non ho dormito granché in questi giorni. Tanta l'emozione. Punto la sveglia alle 6.30 e faccio colazione. Non ho molta fame, ma oggi devo sforzarmi. La borsa é giá preparata dalla sera prima, devo solo vestirmi. Alle 7.30 sono fuori di casa. Non piove ma il cielo non promette nulla di buono e c'é un alto tasso di umiditá. Meglio sicuramente dei primi caldi. In macchina percorro al contrario una buona parte del percorso, giá transennato e contrassegnato con i cartelli indicanti i km percorsi. Un paesaggio non propriamente idilliaco, ma si sapeva. Arrivo a Cividale, nei pressi della partenza, verso le 8.20. Non é ancora arrivato nessuno della mia squadra, ma molti atleti sono giá lì. Per cambiarsi hanno messo a disposizione una specie di palazzetto delle bocce. Quanto meno é riparato. C'é acqua a disposizione degli atleti e stanno facendo un briefing le handbike, quindi muoversi é un po' difficoltoso all'inizio. Una volta arrivati gli altri 6 maratoneti della squadra e dopo che tutti ci si é preparati, foto di rito e riscaldamento, molto, ma molto blando, visto che il ritmo maratona sará quello a cui faccio riscaldamento di solito. Sono le 9.25. Sono nelle prime file. Tra poco, allo sparo, svaniranno tutte le tensioni e le paure. Partiti. Quasi subito si esce da Cividale, davvero un peccato che la partenza non fosse nella zona del Ponte del Diavolo, scenograficamente e turisticamente avrebbe dato molto alla gara. Mi inchiodo al ritmo di 5.40 m/km. Riesco a mantenerlo agevolmente. Dopo aver attraversato il comune di Premariacco il primo ristoro. Sono passati 5km. Mi fermo una decina di secondi, sorseggio mezzo bicchiere d'acqua e cosí faró ad ogni ristoro. Ho con me anche due gel, li assumeró al km 19 e al 29 in modo poi da avere un po' d'acqua al ristoro per sciacquarmi la bocca. I km passano piacevolmente. Non c'é molta gente ai lati della strada, ma non ce n'é molta nemmeno in gara. Nelle prime fasi si é giá formato un lungo serpentone quasi in fila indiana ognuno col suo ritmo, forse qualcuno é partito troppo forte, nei racconti di maratona non é raro leggere di corridori scoppiati dopo 20 km. Tra il km 12 ed il km 15 si lambiscono i comuni di Manzano e San Giovanni al Natisone. Un paio di rotonde ed un sottopasso spaccagambe lanciano sul lungo drittone che porta a Visco. In questa fase meglio non pensare ai km da fare, meglio pensare a quelli giá fatti. Manca ancora tantissimo. Il serpentone di atleti ormai é diviso in piú tronconi, ci sono vari gruppetti e gli immancabili pacer sempre pronti a dare la carica a chi vuole correre con loro. Una sola volta ho corso con loro perché volevo fare il mio record personale nella mezza e sono miseramente saltato a metá gara. Si passa Chiopris e dopo il ponte sul Torre, sento urlare a gran voce il mio nome. Sono quei matti della squadra che si occupano del ristoro del km 20. Davvero ben organizzati i ragazzi, mi ha fatto davvero un gran piacere nella solitudine di questi primi 20 km vedere facce amiche. Passo alla mezza in 2h spaccate. La media é pienamente rispettata. Dopo poco si arriva a San Vito al Torre, mi affianco a due giapponesi che hanno una Gopro e stanno filmando ogni istante della gara. Li saluto e passo avanti. Ho ancora un buon passo, non avverto fatica e cominciare a vedere paesi a me piú vicini mi dá quasi uno sprint in piú. Dopo Jalmicco si entra a Palmanova, prima della porta Cividale c'é il ristoro dei 25km, uno speaker radiofonico urla il numero del mio pettorale. Dopo 25 km anonimi 500 metri bellissimi, l'ingresso nella Piazza di Palmanova tra due ali di folla in veritá non particolarmente numerosa, e l'uscita dalla Porta Aquileia tra sbandieratori e bande mi fanno accelerare il passo. Comincio a sentire l'aria di casa che scorgeró al km. 34. Ma ora siamo al km 27 e mi accorgo di essere nel deserto. Dinanzi a me pochissimi corridori, dietro di me idem. La cosa mi getta un po' nello sconforto. La forza delle gare é quella, corri con te stesso, per te stesso, ma gli altri corridori con i quali si instaura un rapporto a distanza di solidarietá ti danno una forza in piú. Ed in tutto questo mi accorgo, all'improvviso, di essere stanco. Non é il muro, il famoso muro che prende il maratoneta dopo il km 30 quando, esaurito il glicogeno, finisce la benzina, no, é una sensazione generale di stanchezza. Prima della partenza mi ero ripromesso di correre senza soste almeno 32km, poi, tutto quello che veniva in piú andava bene. Ed avevo come riferimento il tempo del lunghissimo fatto un mese fa 36km in 3h36m. Il ristoro del km 30 all'altezza di Strassoldo una vera manna. Dopo aver assunto il secondo gel un km prima avevo sete. Prendo un bicchiere di acqua freschissima e ne assaporo ogni centilitro come non bevessi da giorni. Riparto con in testa una sola cosa, correre per altri due km e poi fare gli ultimi 10 pensando a piccoli step di un km alla volta. Il km 32 lo passo dopo 3h e qualche minuto, vedo atleti che camminano, altri corricchiano, altri sfrecciano perché secondi staffettisti partiti da Palmanova, mi fermo anch'io. Tra il mio crono e le tabelle kilometriche c'é uno scostamento di un centinaio di metri. Mi affianco al cartellone del km 32 e rifiato un po'. Cammino a passo spedito. Mancano 10km, 10 km che in allenamento sono una uscita normale ora sono una montagna. Faccio il km 33 a 8.30. Poi riprendo a correre fino al km 34, dopo la pausa al passo la corsa non é piú fluida come in precedenza, le gambe sono pesanti. Il cartello dei 34 é 100m dopo casa mia. L'arrivo é ancora lontanissimo. Mancano 8km e 200m. Attraverso camminando la SS.14 attirandomi gli improperi degli automobilisti fermati dall'egregio lavoro della Protezione Civile e dei Vigili Urbani, a cui, essendo ormai passato il grosso della manifestazione, é stato dato il via libera, nonostante il blocco della strada. Poco prima del centro di Cervignano é posizionato il banchetto del ristoro del km 35. Mi fermo una decina di secondi. Questa volta prendo anche dei sali minerali nella speranza mi diano un po' di carica fino all'arrivo. Corricchio un altro km, supero Cervignano e al km 36 trovo un amichetto di mio figlio col papá a fare il tifo. Dopo il ristoro del km 20 e il passaggio in centro a Palmanova questa é stata una delle cose piú belle finora. Gli do il "5" e proseguo camminando, nonostante da dietro mi incitino a non mollare e a non fermarmi. No, non mi fermo e no, non mollo, ma proseguo cosí. Al km 37 riprendo a correre, ora faccio davvero fatica, cominciano a farmi male i muscoli e le ginocchia. Dalle case arrivano odori di carne alla griglia, non credo sia immaginazione, é Pasquetta dopo tutto e tradizionalmente a Pasquetta si griglia. Poi ci sono anche i pazzi che scelgono di correre. Sono in perfetta media per terminare in 4h e 20min. Ma vorrei essere altrove. Km 38 mi rifermo di nuovo e riprendo a camminare. Nel frattempo incrocio un ragazzo che poco convintamente mi dice di essere alla prima, e visto come sta andando, anche ultima, maratona. Lo sappiamo entrambi. Io non sono ancora arrivato, sto tenendo duro, ma non vedo l'ora giá di fare la prossima. E siamo al km 39. Riprendo a correre per quello che puó definirsi corsa. Ho male ai polpacci, alle ginocchia ed ho paura che i crampi possano materializzarsi da un momento all'altro. Nel frattempo supero un atleta che avrá una sessantina d'anni. É alla 11esima maratona, mi dice che non ne ha piú, camminerá da qui alla fine. E dopo avermi detto che dopo questa ne fará un'altra ancora a Copenhagen e poi basta si ferma e mi dice di andare. Quasi quasi mi dispiace. Ma oramai voglio stare sotto le 4h e 20min. E manca poco. Ora anche un fastidiosissimo vento contrario a rendere piú difficoltoso di quanto giá non sia, questo finale. Per fortuna la pioggia ci ha risparmiato. Km 40. Basta. Non corro piú. Non ce la faccio. La parte esterna del ginocchio sinistro é in fiamme ed ogni muscolo del corpo grida vendetta. Cammino. Da Cervignano non sto piú nemmeno guardando il paesaggio, guardo solo i cartelli segnaletici dei km che passano, sempre piú lentamente. Qualche centinaio di metri prima mi passa un pacer delle 4.15:"Dai che ce la facciamo a farla in 4h 16m". Gli vado dietro, 20 metri, poi mollo. Ma ora passa il km 41. Manca 1km e 200 metri. Nuovo vigore nel mio corpo, ci provo, corro 200 metri. Mi fermo di nuovo, manca 1km, il crono non lo guardo piú. Sono sicuro di stare sotto le 4h 20min. Voglio solo vedere la mia famiglia. Mancano 500 metri, corro di nuovo. Sullo sfondo mia moglie agita le braccia ed il mio bimbo accanto a lei. Manca una curva e gli ultimi 200 metri. Mano nella mano con Cristian assaporo il passaggio sul tappeto blu e a braccia alzate taglio il traguardo. Il crono dirá 4h 17min 49 sec. É finita. Una delle piú grandi soddisfazioni della mia vita, correre da oggi non sará piú la stessa cosa.

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