venerdì 29 gennaio 2016

29 gennaio 2016

E' nata cosí, questa idea, un po' per gioco, un po' perché mi é sempre piaciuto scrivere, un po' perché a volte, rileggendosi, si scopre qualcosa di se stessi che magari si pensava di non sapere. Parleró di me e del mio amore per il running, una storia d'amore nata quasi tre anni fa, una giornata di Maggio che ha cambiato per sempre la mia vita.
Non ho mai fatto sport atletici, sport di resistenza, ho frequentato palestre e provato qualcosa di squadra, ma nulla che avesse a che fare con la corsa.
Quasi quattro anni fa il mio fisico ha chiesto aiuto.  Dopo un anno di cure mediche e assoluta inattivitá sportiva era aumentata anche la prominenza addominale. E qui torniamo a quel Maggio del 2013. Cristian, mio figlio, ha 5 anni appena compiuti (oggi quasi 8). Sono seduto alla finestra. Lui viene da me, e con quel candore che solo i bambini sanno esternare mi fa:"Ma papá, aspetti un bambino?". Non so cosa é scattato, non so cosa é successo. Una settimana dopo mi sono trovato con la fascia porta telefono al braccio ed una app nell'Iphone a scandirmi, nel primo allenamento che ricordi, quei lunghissimi 60 secondi di jogging e quei troppo brevi 90 secondi di camminata per un totale di strazianti 20 minuti. Dopo la prima settimana sono sempre piú convinto che la corsa non é per me. Dovró trovare altro per fare cambiare idea a mio figlio. Ma decido di non demordere. Dopo tutto la corsa, e l' ho imparato nel tempo, é questo. Non mollare, mai. E se ci si pensa é il miglior insegnamento che puó darti per la vita. Ma poi sono passati i giorni, i mesi. Ricordo la prima volta che ho corso 10 km tutti assieme, quasi 4 mesi dopo quei massacranti 20 minuti. E ricordo anche quando, un caro collega, un po' di tempo dopo, mi ha invitato a provare una gara. Era il Marzo 2014. Iulia Augusta Run. 16 km e rotti. Da Palmanova ad Aquileia. É stato l'evento che mi ha decisamente folgorato sulla via di Damasco, io, che ho sempre odiato qualsiasi forma di competizione, che guardavo chi faceva gare di corsa come alieni folli, in effetti lo penso ancora e mi ci metto in mezzo, mi sono trovato in un mondo fantastico. Dopo tutto quale sport ti dá la possibilitá di correre assieme al campione del mondo, o al campione olimpico, di partecipare a Campionati regionali e Nazionali senza avere tempi eccezionali, ma solo con la voglia di farlo. E cosí, dopo quella gara ne sono arrivate altre. La prima mezza maratona a Udine, nel Settembre di quell'anno, e poi Verona, Milano, Trieste, Iesolo, ancora Udine, Treviso, Palmanova. Ma.....ma c'é una vocina. Un lontano richiamo adolescenziale, quando guardavo la Tv sintonizzata su Telemontecarlo o cosí mi sembra di ricordare, e vedevo vincere per due volte Orlando Pizzolato, una corsa, che non é una corsa. É LA CORSA. La maratona di New York. Vedevo quelle ali di folla e 50000 persone di ogni razza che correvano per le strade della Grande Mela e mi dicevo, ma come fanno? 42 km di corsa. Non é umano. E ho quel tarlo, da 30 anni. Ho iniziato a fare gare anche perché volevo vedere posti nuovi, conoscere gente nuova. Ho preferito essere sempre un cane sciolto, non iscrivermi a societá perché volevo scegliere liberamente le gare da fare. E cosí ho fatto per due anni. Fino a quando, per caso, ho conosciuto su un forum Flavio, un autentico Stakanov del running, davvero poche le gare che non ha fatto, che mi ha convinto a seguirlo oltre che nella programmazione di quella che sarebbe diventata la mia prima Maratona, Monaco di Baviera (il tarlo, il tarlo), anche ad iscrivermi alla societá per la quale corre lui, la Fincantieri Atletica Monfalcone, un gruppo di persone fantastiche, unite, gentili e con la cui casacca disputeró la prima gara il 6 Marzo a Gorizia. E cosí é deciso, Ottobre sará il battesimo sulla distanza dei 42. Cerca tabelle, cerco tabelle, scegli tabella, provi tabella. Ancora lui. Orlando. Orlando Pizzolato. Ci sono decine di tabelle su internet, ed io ne scelgo una. Mi piace perché non parla mai di distanze, parla di tempi. La provo. Sono a mio agio, nonostante preveda 4 allenamenti a settimana ed io finora ne ho sempre fatti 3. E poi penso, mancano 10 mesi ad Ottobre ed io sto provando una tabella per la maratona che ne prevede tre. Guardo il calendario delle gare. 28 Marzo, 12 settimane esatte. Unesco Cities Marathon, non puó essere. É un segnale. Il tarlo, il tarlo. Da Cividale ad Aquileia passando per Palmanova, da dove parte, contemporaneamente, la Iulia Augusta Run, la mia prima gara. Coincidenze, il tarlo. La gara passa davanti a casa mia all'incirca al 32 esimo kilometro. Guardo la tabella. Ho programmato il 6 marzo la mezza di Gorizia. A tre settimane dalla maratona é prevista una gara sui 21. Non serve altro. Sará Maratona. Ed in questo spazio pubblicheró gioie e timori dopo ogni allenamento fino a quel fatidico giorno. Sento sempre piú vicino quel momento in cui saró parte dei 50000 ed un ragazzo di tredici anni stará guardando vincere un superman qualunque e alimenterá in se un tarlo. Non sará quest'anno, e forse nemmeno il prossimo, ma se a Marzo andrá come deve andare quel tarlo se ne andrá e lascerá il posto alla convinzione.Sono sempre piú convinto che la corsa sia una cosa innata. Un fuoco sotto la cenere. Come ha scritto in un suo libro lo scrittore giapponese, ottimo runner, Haruki Murakami, non serve cercare di convincere qualcuno a correre. Se uno ha dentro quel fuoco, prima o poi si metterá a correre. Alla prossima.

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