domenica 11 dicembre 2016

20 Novembre 2016 - Mezza Maratona di Palmanova

Della Mezza di Palmanova si é detto sempre tutto il bene e tutto il male. I miei giudizi sono stati molto critici nell'edizione precedente, l'unica a cui ho partecipato. Senza quindi aspettarmi né piú né meno di quanto giá avuto modo di saggiare in passato in questa gara, quest'anno avevo da chiedere solo una cosa. Il primato personale. Le ultime settimane post-maratona di Monaco sono state dure, dense di allenamenti, con un solo scopo, dare tutto nell'ultima gara stagionale prima di una lunghissima sosta, in cui cercheró di ritemprarmi un po', lasciando da parte il cronometro per godermi qualche uscita col solo gusto di correre e tornare piú agguerrito che mai i primi di Marzo con la maratonina di Gorizia. Il meteo, é il caso di dirlo, é stato davvero clemente se guardiamo indietro soltanto di qualche ora. Sabato nella Bassa Friulana si é abbattuto un autentico nubifragio durato parecchie ore, tanto da mettere in discussione la gara stessa di Domenica. Buona parte del tracciato é in campagna. Si attraversano soltanto due centri abitati (Trivignano Udinese e Clauiano, quest'ultimo inserito tra i Borghi piú belli d'Italia) e se ne lambisce un terzo (Santa Maria la Longa) oltre a Palmanova dove la gara inizia e termina. Caratteristica, unica nel suo genere, la doppia partenza, con la scelta da parte degli atleti di poter uscire da Palmanova da Porta Udine o da Porta Cividale, per poi incontrarsi verso il secondo km. Il meteo peró é stato anche maledetto. Ci arriveremo. L'appuntamento sotto casa con Mauro, compagno di squadra, é saltato Sabato sera per impegni personali che lo hanno obbligato, suo malgrado, a rinunciare alla gara. Cosí Domenica, in assoluta tranquillitá, alle 8.30 sono giá a Palmanova. Alle 9 incontro con gli altri Iscritti della Societá, scambio di battute, foto di gruppo e cambio al volo per iniziare il riscaldamento. Mi trovo poco dopo con un collega sotto la Loggia. Per la prima volta abbiamo tempi similari, lui piú lenti del solito, io leggermente piú veloci. Decidiamo di partire assieme, poi la gara dirá che direzione prendere. Effettuiamo il riscaldamento e ci inquadriamo abbastanza nelle retrovie quasi all'ultimo minuto. Scegliamo Porta Udine, come lo scorso anno. La partenza, con oltre 3500 iscritti, non puó che essere difficoltosa. Parto a tutta. Se voglio stabilire il mio record, la gara dovrá essere veloce, fin dalle prime battute. Il primo km lo passo a 4.33, tempo che riesco a confermare nonostante il muro di atleti davanti e zigzag nello sterrato infangato, anche nei successivi 8. Quasi come un orologio svizzero il ritmo non scende mai sotto i 4.40 al km. Il primo rallentamento arriva verso il km 11, complice un ingorgo in zona ristoro, l' assunzione di un gel e un autentico muro dei pacer dell'1.40. Ho dovuto quasi abbattere un ragazzo affiancato a loro per chiedere strada. Indubbiamente, ad ulteriore riprova di quanto giá pensato e detto in altre circostanze, correre in un percorso del genere con altre tremila persone non é proprio il massimo. Verso il km 13 riprendo il ritmo iniziale. Ormai abbiamo raggiunto il punto piú lontano dalla partenza e si comincia a tornare verso Palmanova. Si passa Trivignano Udinese tra il km 14 ed il 15 e si comincia a sentire anche un po' di tifo. Ancora sotto i 4.40 al km al km 16 dove si attraversa il meraviglioso borgo di Clauiano, non a caso inserito tra i Borghi piú belli d'Italia. Qui il tifo é sensibilmente maggiore. Anche un po' di musica e majorettes ad accompagnare corridori sempre piú stanchi. Dicevamo del meteo. Maledetto. Bastardo. Il pallido sole uscito ha creato una cappa di umido incredibile. Complice la stanchezza dei km accumulati finora, le gambe a centinaia di atleti, chi prima, chi dopo, hanno ceduto. Sorpasso qualche atleta della mia societá, ormai alla canna del gas. Ed io sono lí, sul ciglio del burrone. Ho una voce nella testa che continua a ripetermi che devo fermarmi. Conosco bene quella voce, é la stessa che nelle due maratone fatte diceva le medesime cose dopo 30 km di sofferenza. E forse l'avrei anche ascoltata se non avessi tratto nuovo vigore e forza dal crono. Il km 18 é assolutamente fuori media, 4.51. Oramai si tratta solo di stringere i denti e, se possibile, mantenere questo nuovo ritmo, piú comodo, fino alla fine, per non vanificare quanto di buono fatto all'inizio. Il km 19 a 4.44 e il 20 a 4.42 danno la consapevolezza di avercela fatta. Oramai é solo una passerella perché forza per sprintare non ce n'é piú. Non ho la forza di parlare né di bere. Poco prima ho preso un bicchiere d'acqua all'ultimo ristoro, ma sono riuscito solo a bagnarmi le labbra. Mancano circa 600 metri all'arrivo quando si comincia a scorgere Porta Cividale. Il cervello si riattiva giusto in tempo per godere di uno splendido rettilineo dove si trovano assiepate tantissime persone, impossibile quantificarle. Un arrivo da grande corsa. Riesco a sentire Roberto urlare il mio nome, ma a stento riesco a trovarlo. Davanti a me pochi metri ancora, sento ansimare una ragazza alle mie spalle che ha iniziato un lunghissimo sprint. Ingaggio con lei questo inutile duello riuscendo a starle davanti per un soffio spostandomi rapidamente sul crono che dá il risultato sperato. Nuovo PB a 1.38.37 confermato dopo la corsa dal Real Time. Ritiro la medaglia e stanco come non accadeva da tempo immemore rientro a casa. Mezza maratona di Palmanova, tutto il bene e tutto il male di una corsa comunque imperdibile. Alla prossima.

giovedì 13 ottobre 2016

9 Ottobre 2016 - Maratona di Monaco

La Maratona di Monaco é iniziata molto prima di questo 9 Ottobre 2016. Era Maggio 2015, qualche giorno prima della Bavisela, Mezza Maratona di Trieste. Nel primo incontro con Flavio, conosciuto su Running Forum e futuro compagno di squadra alla Fincantieri Atletica, si sono gettate le basi per quella che sarebbe stata la mia prima Maratona. Ma una serie di circostanze propizie vollero che il mio esordio sulla distanza fosse a Marzo di quest'anno nella Unesco Cities Marathon, ma questo senza ovviamente nulla togliere all'entusiasmo per questo evento. Nei giorni precedenti la gara abbiamo vissuto assieme al simpatico Diego, altro ragazzo del forum con cui Flavio aveva preso contatti, e all'esordio sulla distanza, un po' di tipica atmosfera Bavarese, facendo molto poco gli atleti e parecchio i turisti.
Ma la gara é oggi. Ci arrivo avendo fatto soltanto un lunghissimo di 33 km peraltro terminato quasi strisciando e uno da 27km. Davvero pochino per poter sperare in qualcosa di buono. Conscio di questo, decido di affrontare questi lunghissimi 42 km un po' allegramente, portandomi dietro lo smartphone per fare foto e video, cosa mai fatta in precedenza. La sveglia é alle 7, ma alle 6.30 sono giá in piedi. La partenza avverrá in blocchi, distanziati di 5 minuti l'uno dall'altro. Io sono nel Blocco C, ore 10.10. Dopo colazione finisco di prepararmi decidendo finalmente quale abbigliamento avrei indossato. Maglietta a maniche corte a compressione e manicotti.
Fa freddo qui a Monaco, piú freddo che da noi, e stamattina c'é pure la nebbia. Ma voglio essere ottimista e tenermi aperta la possibilitá di togliere i manicotti qualora uscisse il sole. E il sole, in effetti, verso le 9, fa capolino tra le nuvole, quando, con la Metropolitana, raggiungo il punto di incontro con Flavio e Diego, nei pressi della partenza. Condividere e stemperare con loro la logica tensione prima della partenza é davvero salutare. Lo start é nei pressi del mitico Olympiastadion, teatro di grandi eventi sportivi, al cui interno é fissato anche l'arrivo. Il ricordo, poi, di quanto accaduto nelle Olimpiadi del 1972, con la strage degli atleti israeliani nel villaggio olimpico, dá un che di speciale a questo luogo che di quelle Olimpiadi é il simbolo. Il deposito borse é forse la cosa meno tedesca di tutta l'organizzazione con le sacche adagiate a terra in apparente disordine ma che poi scopriremo essere state meticolosamente allineate in ordine crescente di numero. Gli spogliatoi, ricavati con dei separé sotto la tettoia esterna dello stadio, assolvono alla loro funzione. Ridendo e scherzando mancano 20 minuti all'inizio della gara. Ormai pronti, ci dirigiamo verso la partenza corricchiando il tanto che servirá per poter effettuare un po' di stretching non a freddo. Il blocco A con gli atleti piú forti é giá lí. Musica rock su cui spicca Mammagamma degli Alan Parson Project riempie il cielo ed ogni spazio lasciato libero dagli oltre 6000 atleti. Ore 10, partenza del blocco A. Mancano ora 5 minuti a quella di Flavio, che ci saluta ed entra nel gate di accesso al suo blocco, e 10 alla mia e a quella di Diego. Nel frattempo tutto trafelato arriva alle nostre spalle un corridore che non si é accorto della partenza del Blocco A. Quel corridore é Merne Solomon, arriverá terzo a 33 secondi dal vincitore. Anche il blocco B é partito, tocca a noi. Fünf, Vier, Drei, Zwei, Ein. Buuum. Si parte. Diego scappa subito via, ci rivedremo in birreria la sera. Io, ora, sono solo, accompagnato dai passi di centinaia di altri atleti sconosciuti provenienti da ogni parte del mondo. Vedo magliette della Spagna, dell' Islanda, della Francia, di tante societá italiane. Sembra un piccolo campionato del mondo. La parte iniziale é in leggera discesa, si passa Coubertinplatz, Ackermannstrasse ed Elisabethstrasse, che si percorrerá in senso contrario prima dell'arrivo. Mi accorgo che il ritmo di 5.30 al km é decisamente troppo veloce per me al primo km, soprattutto perché non ho effettuato praticamente riscaldamento. Decido cosí di rallentare per portarmi ad una andatura piú "comoda". Verso il km 6 dopo Giselastrasse si comincia a costeggiare l' Englischer Garten, enorme polmone verde della cittá. Lo lasceremo al km 16. La partecipazione popolare é incredibile. Tutti incitano con le Manine Clapper, fanno un casino incredibile, ti chiamano per nome dopo averlo letto sul pettorale. In un tale contesto lasciarsi trasportare é un attimo. É cosí che inizio la mia corsa nella corsa. Estraendo dal marsupio lo smartphone comincio a filmare attimi indelebili che sono giá scolpiti nel mio cuore. É un crescendo forse meno epico della mia prima esperienza su questa distanza anche se il tempo alla mezza maratona é piú o meno quello, circa 2 ore. I ristori sono ovunque, oltre a quelli ufficiali puó capitare di imbatterti in banchetti improvvisati da tifosi. E c'é di tutto, dalla semplice acqua, agli integratori, ai gel, alle banane. Tutto cosí maledettamente ordinato, tutto cosí.....tedesco. Tutto sommato le cose piú belle turisticamente parlando sono nella parte finale del percorso, quando la Maratona comincia ad entrare nel vivo, quando comincia a chiedere al tuo fisico quel qualcosa in piú che devi tirare fuori. Da Rosenheimer Strasse si arriva alla Ostbanhof e poi davanti al Deutsches Museum al km 28. Sto ancora molto bene anche se le gambe cominciano ad appesantirsi un po'. Al km 30 passo dopo 2h 52min. Ho ancora su i manicotti nonostante a sprazzi il sole scaldi un po'. Ora siamo proprio in centro. I piú bei monumenti di Monaco sono qui, si passa la Sendlinger Tor, una delle vecchie porte medioevali della cittá e la stupenda Marienplatz dove trovo ad attendermi mia moglie e dove lo speaker urla nel microfono a gran voce il mio nome, un saluto piú che fugace ma che dá nuove energie ad un corpo che lentamente sta accusando i km. Il giro turistico in un susseguirsi di istantanee e cartoline regala i passaggi dall'Hofgarten e da Karolinenplatz. Ed é poco piú avanti all'altezza del km 35 che comincia a farmi male il ginocchio sinistro, sempre quello, oltre ad un fastidio continuo al collo del piede destro, causato probabilmente da una stringa tirata troppo sul chip di cronometraggio. Decido di camminare un po' anche perché, a pensarci, non manca molto, sono solo 7 km. Eh sí, ma 7 km a questo ritmo diventano un calvario. All'altezza dell'Universitat dopo il km 36 ricomincio a correre fino a Leopoldstrasse dove devo fermarmi di nuovo a causa del solito dolore al ginocchio. Nel frattempo incrocio camminando credo la postazione dell'intertempo del km 37,5. C'é un gruppo di ragazzi che balla su musica dance. Uno viene verso di me, mi incita a correre, ma come glielo spiego che mi fa male la gamba e che se potessi correrei volentieri? Ma niente, inizia ad accompagnarmi, prima 5 metri, 10, 50, gli metto un braccio attorno al collo ridendo e lui attorno al mio inizia a scandire i passi di corsa al ritmo dei tamburi di una delle decine di bande che si sono date il cambio lungo il percorso, ora sempre piú lontani. Mi ritrovo a correre nuovamente. Km 38. La Franz Joseph Strasse é una delle strade percorse in senso contrario all'inizio della gara. Comincio ad assaporare qualcosa di magico.
Ormai l'alternanza passo-corsa é una costante. Non riesco piú ad essere regolare. Cerco di trovare in ogni angolo del mio corpo quel briciolo di energia che mi porti un po' piú in lá. Ora é lí, lo stadio. É indubbiamente magico. Ed é magico perché adesso corro, non cammino piú. Manca circa un kilometro e mezzo. La gente assiepata ai lati della strada é piú rumorosa che mai. Musica ovunque. Un curvone immette in un sottopassaggio buio illuminato solo da luci strobo con musica rock al massimo volume, sembra di correre in una discoteca. Si entra nello stadio, nell' Olympiastadion. Le gradinate sono per lo piú vuote ma sembrano esserci 70000 spettatori. Nel tempio di Frank Shorter, vincitore della medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1972, quando io avevo soltanto un anno, un profano a calcare quella pista. Incrocio mille sguardi, mille volti. 200 metri. Dall'altra parte della pista vedo lo striscione. Il Garmin mi dá comunque primato sulla maratona visto che siamo a 42,300. 100 metri, alzo le braccia al cielo. Ho un nodo in gola e brividi ovunque. Alla fine é 4h 13m 05s. Siegerlächeln.

giovedì 22 settembre 2016

18 settembre 2016 - Mezza Maratona di Udine

Torno a scrivere finalmente di corsa dopo un periodo denso di allenamenti e di competizioni su distanze brevi. L'estate é passata in fretta, come sempre troppo in fretta. Due settimane fa Bibione ha ospitato una bellissima gara sulla distanza di 10 miglia, poco oltre 16 km, che ha provato piú del dovuto gli oltre 500 iscritti, tra cui il sottoscritto, con un clima caldo e umido, alla fine vero vincitore della competizione. Non posso che ritenermi soddisfatto, viste le condizioni, dell' 1.17.52 finale,
ma oggi é diverso. Oggi si corre la Mezza Maratona di Udine, percorso rinnovato con la partenza da Cividale, clima piú autunnale che tardo estivo e parecchi km in piú nelle gambe nonostante i soli 14 giorni passati dalla gara precedente. Come forse si ricorderá siamo ormai agli sgoccioli della preparazione alla Maratona di Monaco del 9 ottobre, onestamente, non una gran bella preparazione. Pochissimi lunghi fatti, e siccome la maratona non si improvvisa, é lecito non aspettarsi, almeno in questa occasione, grandi cose. Ci limiteremo a fare i turisti sperando in una buona giornata. Quindi questa mezza maratona é, come quasi sempre accade durante la preparazione alla gara regina, un po' come il banco di prova per verificare lo stato fisico attuale in vista di tale appuntamento. Il ritrovo é fuori dal cancello di casa mia dove piú puntuali che mai Piero e Mauro sono ad attendermi alle 7. La partenza é alle 10 ma la logistica consiglia l'arrivo entro le 8 in Stazione a Udine da dove partiranno i treni per Cividale sui quali avranno libero accesso gli appartenenti alle varie Societá Sportive. Il tempo negli ultimi giorni é stato molto variabile tendente piú alla pioggia che al sole ed oggi non fa eccezione. Ma almeno al momento non piove. Chi corre sa che la pioggia, quando la gara é giá iniziata, ha una importanza relativa, ma l'attesa prima dello start affrontata sotto l'acqua l'importanza ce l'ha....eccome. Sono quasi le 9 quando il treno sul quale abbiamo viaggiato arriva alla stazione di Cividale. Il breve tragitto é stato di aiuto per cambiarsi e preparare le ultime cose prima di consegnare le borse all'organizzazione.
Un'organizzazione che nel complesso mi sarei alla fine sentito di elogiare per gli sforzi fatti se non avessi constatato, come altri, all'arrivo, la totale incuria nella custodia delle suddette borse, lasciate per terra, nei tendoni delle docce all'arrivo, completamente infradiciate dai tombini rigurgitanti acqua piovana, venuta giú a secchi nell'ultima parte di gara. Eh giá, perché poi, alla fine, ha piovuto. Eccome. Lo start é precisissimo. Ore 10. I primi 4 km sono tutti dentro Cividale, si attraversa lo scenografico Ponte del Diavolo ed anche se il primo km é abbastanza lento, complice il solito ingorgo alla partenza causato da corridori piú lenti davanti, a 4.54, i successivi sono molto piú incoraggianti 4.38 e 4.35. Il percorso, che avevo giudicato veloce ma noioso sulla carta, si rivela invece molto piacevole. Strade larghe, dritte, pochissimi cambi di direzione e panorama verdeggiante e quasi rilassante. Gli ingredienti per poter fare bene ci sono tutti. Percorrendo per buona parte del percorso la SS54 si attraversano soltanto due centri abitati prima di Udine. Moimacco verso il km 7 e Remanzacco verso il km 12. Ció che piú ha fatto piacere é stato vedere l'inaspettata partecipazione popolare. Il tempo inclemente non ha impedito a molte persone di essere presenti ad incitare lungo il percorso, principalmente nei pressi dei due paesini citati. Purtroppo quanto di bello vissuto nella prima parte di gara era costantemente minacciato dalla visione all'orizzonte di un cielo plumbeo che nulla di buono lasciava presagire. Veniva quasi da correre piú forte per fare in modo che la corsa finisse il prima possibile. Ma bisogna dosarsi. Dopo 1h ho percorso 12,7 km. Sta andando tutto in modo perfetto quando le prime gocce di pioggia fanno capolino. All'inizio sono solo piccoli spruzzi. Non ci si bada nemmeno. Verso il km 15 appena superato il fiume Torre e constatato il miglior tempo sulla distanza mai fatto finora decido che é il momento di rompere gli indugi, assumo un gel prima del penultimo ristoro e mi lancio alla rincorsa di un risultato assolutamente insperato, poter migliorare il primato personale sulla mezza. La pioggia peró, a questo punto, diventa diluvio. Verso il km 16 ho giá la casacca inzuppata ed é come portarsi dietro uno zainetto in piú. Le scarpe sono fradicie cosí come le calze, una sensazione davvero strana e parecchio fastidiosa. Un cavalcavia che sembra eterno lancia verso l'ingresso di Udine e ne risente cosí anche il ritmo che cala a 4.48. La pioggia non molla un secondo, mi consola che in questa seconda parte continuo a superare altri atleti, e adesso a meno 3 dall'arrivo decido di dare tutto. Non sono minimamente stanco, le gambe, notevolmente appesantite piú dall'acqua che dalla fatica, girano che é un piacere, cosí riesco senza troppi problemi ad aumentare il ritmo, 4.37 il km 19, 4.34 il 20. La pioggia ormai é ovunque. Non riesco nemmeno a vedere. Sento il pavé sotto i piedi ma non riesco a focalizzare dove mi trovo. So solo che manca 1 km perché il Garmin, prova subacquea superata, é lí a scandire ogni mio passo. Sono in linea per fare il personale, ma anche l'ultimo km dovrá essere veloce e poi bisognerá attendere il gioco Gun time, Real time che era durato, in occasione del mio Personale precedente a Trieste, addirittura 24 ore. E allora comincio a mulinare le gambe con ritmo sempre maggiore, il crono non lo guardo piú, mi aiuta un corridore che mi sorpassa ad una velocitá siderale, mi accodo a lui ed inizio uno sprint lunghissimo. Assieme a lui ne passiamo due, tre, poi, a 200 m dalla linea del traguardo riesco a ripassarlo facendo ricorso a tutte le energie residue e concludo questa ennesima fatica con un ultimo km corso attorno ai 4.15. Il tanto sospirato tempo di gara, Real Time, arriverá nel tardo pomeriggio. 1.39.43 nuovo primato personale migliorato di 6 secondi, ma in un percorso misurato al polso di quasi 200 metri piú lungo ed in condizioni, almeno nel finale, proibitive. Con grande entusiasmo e rinnovato ottimismo in rampa di lancio per la mia seconda maratona.

mercoledì 6 luglio 2016

02 Luglio 2016 - Hochpustertal Run

Una bella gara con tante attività collaterali, su tutte la Loacker Kids, la corsa dei bambini, a cui ha partecipato mio figlio nelle ore immediatamente precedenti lo start della nostra. Già da mesi, col caro amico Piero e con mio fratello ci era balenata l’idea di mettere su una squadra che partecipasse alla Winwin, competizione che premia i team con la somma dei tempi di due componenti nella mezza maratona e di uno nella Classic Run da 12.1 km . Scelto anche il nome, The Marvels, non restava che correre con non poche speranze di poter arrivare sul podio visto che le iscrizioni negli anni passati a questa particolare gara non erano numerose. In verità anche le iscrizioni alle altre gare non contavano molti atleti, un centinaio nella mezza, 150 scarsi nella Classic Run, ma poter puntare addirittura al podio sembrava davvero una cosa fantascientifica. Nei giorni precedenti la gara avevo analizzato gli altri competitor, sbirciando sul sito delle iscrizioni, e se da un lato facevano eccezione quelli di una delle due squadre della Lucca Marathon, composta da gente che corre in 1.20 la mezza, gli altri erano tutti alla nostra portata. Correre una volta tanto non solo per se stessi ma anche per la squadra ha messo le ali un po’ a tutti. La gara parte da San Candido e termina a Sillian in Austria. Si corre tutti assieme, Halfmarathon e Classic, fino alle porte di Sillian dove il percorso si divide e prosegue fin oltre Heinfels e ritorno per la Halfmarathon mentre per la classic l’arrivo è dopo poche centinaia di metri. Buona parte del percorso si snoda sulla ciclabile che da San Candido arriva a Lienz, quasi interamente asfaltato e le condizioni per fare bene ci sono tutte visto anche il dislivello negativo, si parte da 1172m e si arriva a 1073. Dopo la gara di Cristian ognuno è rientrato nei propri hotel a prepararsi e l’appuntamento è per le 17 in centro a Sillian dove prenderemo la navetta per San Candido. Mio fratello raggiunge invece l’albergo solo venti minuti prima dell’appuntamento a causa di impegni lavorativi, e l’adrenalina in corpo sarà probabilmente la causa dell’errore di valutazione che lo costringerà a sbagliare strada al bivio tra la mezza e la classic e a lasciare per strada parecchi minuti. Piero dal canto suo sfodera la prestazione della vita stracciando il proprio personale e terminando la gara in uno strabiliante 1.33 e poi ci sono io. Ultimamente non sto benissimo, mi fa un po’ male il ginocchio, per questo mi riterrei soddisfatto se concludessi sotto l’1.45. Arriviamo in zona partenza alle 17,20 circa, giusto in tempo per scaldarci, e per scattarci un selfie che verrà immortalato a distanza dai fotografi dell’organizzazione ed inserito tra le immagini più belle di questa competizione, poi la partenza sotto uno stupendo sole riappropriatosi finalmente del posto che in questa stagione gli compete dopo che una mezza tempesta ci aveva spaventati nel pomeriggio. Parto forte tanto da passare il primo km a 4.25 ed i successivi attorno ai 4.40, in piena media per abbassare il mio primato personale sulla distanza, ma i continui saliscendi probabilmente hanno segnato alla lunga la mia gara. E pensare che dopo un’ora di corsa avevo già percorso quasi 13 km, 12,74 per la precisione, mai fatto prima e dopo 1h 15m avevo passato i 16km. Ma è subito dopo che si è spenta la luce. Un black out che mi ha costretto a dei tratti al passo nei successivi 4km. Constatato che il primato ormai era svanito ho pensato a minimizzare i danni e di certo non hanno aiutato i ristori lungo il percorso dotati solamente di acqua mentre avrei avuto un disperato bisogno di Sali minerali. Ma dell’organizzazione nulla posso dire, tantissimi bambini a porgerti i bicchieri dell’acqua, tantissimi ad incitarti, ad ogni bivio un addetto ad indicarti la strada. A livello personale però un conto in sospeso con questa gara che potremo tranquillamente saldare in futuro, ora c’è un’altra straordinaria partita da giocare, quella a squadre. Il mio risultato, comunque, non da cestinare affatto, ha fatto segnare 1.42.54, Piero come già detto ha concluso la sua fatica in 1.33.31 mentre mio fratello la sua 12 km in 1.14.46. Dopo aver fatto la doccia il ritrovo sotto al palco ha un sapore diverso da tutte le altre volte. Abbiamo addosso le maglie dei supereroi perché i Marvels sono loro, sono Superman, Batman ed Iron man ma questa volta hanno i nostri volti raggianti, sì perché in fondo lo sappiamo e lo sentiamo, siamo sul podio. Partono tutta una serie di calcoli mentali, Lucca Marathon ha mantenuto le previsioni e probabilmente ha vinto. Ma dopo ci siamo noi. Parte la lunghissima cerimonia di premiazione, come al solito la competizione a squadre è l’ultima. Si parte dalla 5a piazza, Asd Lucca Marathon 2 con 5.12.57, 4° posto per Super Running team 4.52.55, ma è al momento del pronunciamento del terzo classificato che ai piedi del palco prende vita il sogno, Trio Pacai 4.49.36. Siamo secondi. 4.31.11. E’ una sensazione incredibile questa prima volta su un palco. Lo speaker si lascia trascinare dal nostro entusiasmo e comincia ad urlare i nostri nomi mentre saliamo sul palco assaporando ogni passo ed è come salire in cielo. Ci viene consegnata la coppa e la scena è tutta per noi, non ha importanza quante squadre erano iscritte o quanto poco importante fosse la corsa. In quei 2 minuti abbiamo alzato al cielo la nostra coppa del Mondo e provato, almeno per quanto mi riguarda, una gioia e delle emozioni sicuramente irripetibili. Nemmeno la sconfitta della nazionale ai rigori a cui abbiamo assistito in un ristorante del centro riuscirà in seguito a scalfire la soddisfazione di quanto fatto. Alla prossima…

lunedì 6 giugno 2016

05 Giugno 2016 - Cortina Dobbiaco Run

La Cortina Dobbiaco Run per me è iniziata già da Giovedì 02 Giugno quando, arrivato con la famiglia al seguito, a Dobbiaco, per trascorrere una mini vacanza di 4 giorni, ho iniziato ad ammirare le meraviglie naturali della zona nelle varie escursioni fatte.
Ma la vera Cortina Dobbiaco Run è scattata con la sveglia delle 5.20 di Domenica 05 Giugno 2016 dopo una notte agitata e quasi insonne. Mi succede sempre quando devo entrare in territori inesplorati. In questo caso il territorio inesplorato è la corsa in montagna, sono le pendenze che, anche se non particolarmente impegnative, sono una novità pressochè assoluta per me. Inoltre ci sono gli allenamenti di qualità che ho fatto correndo su e giù per un cavalcavia, davvero poca cosa se confrontati ai 14 km di salita che mi attenderanno all’interno di una gara da 30 km, distanza percorsa solo 4 volte da quando corro. E’ con questi dubbi che esco alle 6.15 dall’appartamento preso in affitto nella bellissima frazione di Santa Maria, alle porte di Dobbiaco. Le navette fino a Cortina partono alle 6.40 dalla stazione ferroviaria di Dobbiaco che dista 3 km, a ridosso del centro nevralgico di tutte le attività correlate alla corsa, il vecchio Kulturzentrum Grand Hotel, dove il giorno prima ho ritirato il pacco gara e dove ho assistito ad una delle tante attività collaterali, la Kids Run, a cui ha partecipato mio figlio. Visto che di strada a piedi oggi ne farò parecchia prendo l’auto lasciando a moglie e figlio la gioia di farsi i 3 km a piedi per assistere all’arrivo verso mezzogiorno. Il meteo sembra aver dato una tregua dopo il nervosismo dei giorni scorsi, variazioni climatiche schizofreniche tipiche della montagna. Trovo parcheggio molto facilmente e alle 6.30 sono praticamente già davanti ai primi autobus. Ci sono pochissimi atleti ma proprio come una città che si sveglia lentamente il piazzale pian piano si riempie. Salgo sul primo pullman, non riesco a sedermi ma c’è abbastanza spazio anche stando in piedi. La navetta percorre al contrario gran parte del percorso di gara, mezz’ora in cui sentimenti diametralmente opposti si fanno largo. Quei 30 km sono lunghissimi, sembrano eterni però l’orgoglio di essere parte integrante di tutto questo, di essere uno dei 4500, la felicità di poter vivere da vicino lo spettacolo Dolomitico cancella ogni pensiero negativo. Si arriva a Cortina, allo “Stadio Olimpico del Ghiaccio”, per quel tocco di spirito a 5 cerchi che non può non conquistare. Siamo praticamente tra i primi ad arrivare sul posto. Ad accoglierci un tavolo con biscotti, acqua e tè caldo e tutte le tribune a disposizione per poter prepararsi al meglio. Col passare dei minuti anche il Palazzetto comincia a riempirsi. Lo speaker ripete almeno una trentina di volte di incanalarsi con attenzione nel box del colore del proprio pettorale (azzurro il mio, seconda partenza ore 9.35) pena la squalifica e fa specie vedere come poi alla fine qualcuno si sia comunque sbagliato ed in classifica si sia ritrovato tra gli ultimi vanificando la propria fatica. Alle 08.50 dopo aver espletato le formalità al Sebach, ritrovo nel piazzale antistante il Palazzetto. Non fa per niente freddo, indosso i manicotti ma li tolgo quasi subito. Dal palazzetto ci si incammina a piedi seguendo un’auto dell’organizzazione con lo speaker che spiega una volta di più le modalità di partenza. Nel frattempo foto, selfie e musica durante lo struscio di circa 1km e mezzo fino al luogo di partenza in corso Italia fanno tutto molto americano e devo dire non mi dispiace per niente anzi, mi fa entrare pian piano nel clima vero della gara. E poi lo sparo. All’inizio mantengo un’andatura molto prudente. I primi due km sulla ss51 li passo attorno ai 5.45/km ma la pendenza al momento è quasi impercettibile. Quello che invece mi spaventa letteralmente è la rampa in località Cademai che lancia sulla pista ciclabile che praticamente non abbandoneremo più fin quasi all’arrivo. Ed infatti il passaggio al km 3 mi fa tornare velocemente coi piedi per terra 6.03.
Da qui la salita è continua, siamo al 2/3 %, niente di che, ma è inesorabile. Non mi ero posto particolari obiettivi prima della partenza, stare sotto le 3 ore lo avrei ritenuto quanto meno accettabile non sapendo l’incidenza della salita sulle mie gambe nel prosieguo di gara. E 3 ore fanno una media di 6min/km. Se non avrò crisi ce la farò. In località Fiames il primo ristoro, km 5. Ci arrivo dopo circa 29 minuti. Bevo un po’ d’acqua e riprendo la “scalata”. Finora il dislivello è stato però praticamente nullo, si è passati dai 1211m di Cortina ai 1295m. Dal km 5 al km 10 invece, forse la parte più dura dell’intero percorso, ma anche tra le più suggestive. Il dislivello in questo caso è di quasi 200 m. Poco dopo Fiames si attraversa il ponte Felizon in località Podestagno su un dirupo a strapiombo molto scenografico. Anche mantenere il proprio ritmo è difficoltoso, la strada sterrata ma ben battuta è stretta e superare altri atleti più lenti è quasi un’impresa. Non raro assistere a scene di gente arrivare da dietro a tutta lanciarsi quasi nel bosco per superarti fuori pista. Curiose scene di atleti che camminavano già al km 4, gara lunga sarà la loro immagino. Poi una ragazza. Mi svernicia ad una velocità folle e poi me la ritrovo a camminare un km più avanti, la supero e di nuovo così credo almeno per 6/7 km. Immagino stesse applicando il metodo Galloway, lo conoscevo per la Maratona, curioso vederlo in una 30 km. Dopo il ponte Felizon il passaggio altrettanto suggestivo nella galleria di Pezovico, circa 200 metri quasi al buio dove inciampare nella gamba di chi ti precede o prendere un calcio nei polpacci da chi ti segue non è poi un evento così straordinario, e nella galleria di Podestagno, 76 metri, altrettanto particolare ma quanto meno più breve. Si giunge in località Ospitale,
1491 m di altitudine e decimo km, 58 minuti il tempo trascorso dalla partenza, secondo ristoro e primo vero coinvolgimento di pubblico. L’incitamento di tanti appassionati, i bambini che vogliono darti il “5”, sono benzina, non c’è che dire, e dopo aver bevuto ancora un po’, si continua a salire con rinnovato entusiasmo. La cima “Coppi”, se così la vogliamo chiamare, per mutuare un termine prettamente ciclistico è Cimabanche 1530 m, km 14. Se fino al km 13 avevo accettato di buon grado e pazientemente l’attesa della fine della salita, i 6 minuti impiegati per percorrere il km 14 sono stati vissuti molto nervosamente. Non so sinceramente se ne avrei sopportata altra. Una volta scollinato, si fa per dire, prendo uno dei due gel che precauzionalmente mi sono portato, approfittando del ristoro per un po’ d’acqua e di Sali minerali. Il km 15 a 5.03 e il km 16 a 5.17 mi ridanno l’entusiasmo che la salita aveva un po’ spento. Manca ancora molto, si attraversa località Carbonin da dove parte via Monte Piana che porta al lago di Misurina e alle favolose Tre Cime di Lavaredo che si scorgeranno per un breve momento dopo il Lago di Landro. Il meraviglioso Lago di Landro mi accompagna sul lato destro per un km abbondante, tra il 18 e il 19, mentre il secondo vero coinvolgimento popolare è lì a sospingermi, a sospingere tutti gli atleti verso l’ultimo terzo di gara. Il passaggio alla mezza è attorno alle 2h, più o meno lo stesso identico tempo fatto registrare nell’unica maratona fatta a Marzo.
Finora sta andando tutto alla grandissima, sto molto bene fisicamente, non accuso segni di stanchezza e la sensazione di poterla finire entro le 2h 50m mi dà una carica incredibile. Approfittando della lenta ma costante discesa continuo a recuperare parte di quanto perso in salita passando i km successivi più o meno attorno ai 5.15. Unica vera difficoltà prima del lago di Dobbiaco, alcuni sottopassi in ghiaia, veri spaccagambe dove ho sentito più di qualcuno inveire, per usare un termine “pulito”. Al km 25, poco dopo aver assunto il secondo gel mi fermo a bere qualche secondo in più del solito, all’ultimo ristoro. Innegabile, adesso, che faccia capolino un po’ di stanchezza. Ma mancano solo 5 km, sono passate 2h 20m. Mentalmente calcolo che mantenendo una media di 5.30 nella fase finale potrei finire sotto 2h 48m. Preso dall’entusiasmo passo il km 26 a 5m 09s e parecchi atleti che ora camminano.
È forse arrivato il muro per qualcuno di loro? Al km 27 fa capolino il lago di Dobbiaco, ennesima meraviglia di questa stupenda gara, io invece comincio ad avere un po’ di dolore al ginocchio sinistro, le forti sollecitazioni dei vari sottopassi hanno lasciato qualche strascico, ma oramai mancano solo 3 km e nulla può permettermi di rallentare. Km 28, le montagne attorno lasciano spazio ai primi caseggiati della cittadina di Dobbiaco, cambiano i colori. Adesso vorrei quasi rallentare per fare in modo che quello che sto sentendo in questo momento duri il più a lungo possibile ed invece mi trovo ad aumentare il ritmo, km 29, finita la pista ciclabile, aumento ancora, un lunghissimo sprint a 4.45, supero ancora qualche atleta, due curve che immettono nel bellissimo parco del Grand Hotel. Lì c’è l’arrivo, non lo vedo, lo sento, lo sento come sento le tantissime persone applaudire, incitare, poi scorgo lo striscione quando ho già imboccato il tratto in pavé coperto col tappeto blu. Con le braccia al cielo varco il traguardo
pervaso da brividi incredibili. Vinta un’altra sfida. Ritiro la medaglia ed il pacco viveri e mi dirigo al ritiro sacche. Riabbraccio la mia famiglia e con loro condivido la gioia di quest'altra avventura che mi ha regalato la corsa. Una organizzazione super, una gara fantastica che non dimenticherò mai e che vorrei già rifare domani. Un sogno di 30 km e di 2h 45m 16s da cui non voglio svegliarmi nemmeno adesso che ne sto scrivendo.

martedì 10 maggio 2016

8 Maggio 2016 - Bavisela Half Marathon Trieste

11 secondi. Nei 100 metri sono piú della gara stessa, in 100 km un battito di ciglia. 11 secondi possono davvero essere nulla. Dopo tutto che differenza puó fare terminare una mezza maratona in 1h 43m 11s oppure in 1h 43m 22s? Fondamentalmente nessuna. Eppure aver terminato la Bavisela in 1h 39m 49s invece che in 1h 40m 00s mi ha dato qualcosa in piú, ulteriori consapevolezze che il cammino intrapreso tre anni fa é quello giusto. Quello che ritenevo un autentico muro, l'1.40, é stato abbattuto. Il mio primato precedente di 1.43.03 polverizzato e tutto in una gara che, parliamoci chiaro, é stata messa lí per farmi fare il personale. Le premesse c'erano tutte. Forse davvero utopistico pensare ad un miglioramento cosí marcato, ma sentivo di potercela fare. La giornata, iniziata all'alba, é stata davvero da incorniciare. Da incorniciare come il meraviglioso dipinto che é la costiera di Trieste, come il percorso che tranne per pochi km all'inizio e i 7 finali é una lunga discesa che ti accompagna dolcemente, offrendoti un'incantevole vista sul golfo, facendoti letteralmente godere di uniche bellezze naturali. Il ritrovo, come per l'anno passato, é alle 8.10 in Stazione a Monfalcone con tutti gli atleti della societá. Io arrivo parecchio prima, circa 20 minuti, perché accompagno moglie e figlio che prenderanno il treno fino a Miramare per partecipare alla corsa non competitiva per famiglie di 7 km che arriverá assieme alla mezza e alla maratona in Piazza dell'Unitá. Al ritrovo siamo davvero in tanti, viene con noi anche un caro amico, Piero, che corre da poco tempo ma giá con ottimi risultati. Ci suddividiamo in poche auto e ci dirigiamo all'Autogrill di Duino Sud dove troviamo parcheggio senza troppi problemi. Preparativi di rito ed é giá ora di recarsi sulla linea di partenza dove consegniamo le borse che ritireremo all'arrivo. In zona partenza ci si trova con altri atleti della societá, ora siamo davvero numerosi, e ci sistemiamo poco oltre la linea di partenza per la classica foto pre-gara.
Dopo il riscaldamento é ora di entrare nelle gabbie, sistemate in modo sconclusionato. La logica vorrebbe che se assegni dei pettorali di un colore a seconda di tempi dichiarati in fase di iscrizione, questi colori corrispondano a quelli delle griglie di partenza, e invece io, giusto per fare un esempio, col pettorale verde, se provo ad entrare nella griglia verde, mi trovo in compagnia di gente con tempi personali sotto l'1.30. Viceversa entrando nella griglia azzurra rappresentata da tempi piú simili ai miei, mi sono trovato con atleti molto piú lenti di me. Tutto questo ha ingenerato parecchia confusione, sintomo di una disorganizzazione, sul quale preferirei sorvolare, giá palesata nei giorni precedenti con la scarsezza dei pacchi gara e con le magliette tecniche con alcune taglie terminate. La partenza inizialmente prevista per le 9.50 é spostata alle 10 e il sole comincia ad alzarsi e a farsi sentire. Fa caldo, sto maledicendo il momento in cui ho deciso di non indossare un cappellino e la calca rende affannoso anche respirare. Ma era cosí difficile fare delle griglie di partenza un po' piú spaziose? Ah giá...la disorganizzazione. Vivo lo sparo come una sorta di liberazione, vorrei raggiungere subito il ritmo prefissato di 4.50, ma mi é impossibile. Devo fare la Gimkana tra decine di atleti piú lenti e purtroppo constatare che dopo i primi 500 metri l'andatura non é scesa nemmeno sotto i 6 min/km. Questo inizio non ci voleva proprio. É solo dopo questa fase che finalmente riesco ad ingranare la marcia ma il passaggio al primo km é abbastanza impietoso. 5.06. Ora mi tocca pure recuperare. La prima parte del percorso é in leggera salita. I primi 4 km sono abbastanza irregolari ed il piccolo dislivello positivo la fa da padrone. Torna l'ottimismo al passaggio al secondo km che stacco in 4.37. La gara comincia adesso. Non posso fare a meno di notare i colori, colori in gara, colori fuori, colori ovunque. La meravigliosa giornata di sole regala una partecipazione popolare quasi insperata. Ed io sto davvero bene. Conosco benissimo il percorso. Ho lavorato a Sistiana per molti anni e, oltre ad aver partecipato lo scorso anno alla stessa gara, ho pure fatto qualche allenamento in Costiera. E quindi so che passati i primi quattro km, dopo la Costa dei Barbari, il percorso é in discesa, in tutti i sensi. Ed in effetti cosí é stato. Dopo aver tenuto il ritmo prefissato anche al terzo e quarto km sono riuscito ad aumentare gradualmente l'intensitá fino ad attestarmi sui 4.45 ed in alcuni tratti anche meno. Quasi scientificamente prendo una bottiglietta d'acqua ad ogni ristoro e ne verso un po' sulla testa per rinfrescarla e quasi scientificamente cerco l'ombra che gli alti costoni proiettano sull'asfalto. Ed i km passano, 10,11,12 . Al momento sono in piena media per stabilire il mio primato personale. Nessun calo al momento anche se ho una sete pazzesca. Nonostante abbia bevuto ad ogni ristoro ora, km 13, ho davvero bisogno d'acqua. Il km 13 lo percorro in 4.57, poi peró, una volta dissetato, riprendo velocitá e mi immetto sul lungomare di Barcola a 4.33 di media. Mancano 7 km, forse é ancora presto per fare calcoli, ma la sensazione é che sará un giorno da ricordare. Il cambio repentino di pendenza invoglia quasi a rallentare , ma non ci penso proprio. Da qualche km si sono uniti a noi della mezza gli atleti della Maratona partiti da Lipica e a Barcola sfilano accanto, in un lungo fiume porpora, i quasi 8000 della non competitiva. Tra di loro ci sono mia moglie e mio figlio. O forse c'erano, visto che probabilmente saranno giá arrivati. Ho quasi l'illusione che si siano fermati ad aspettarmi passare e fare il tifo, questo mi dá ulteriore forza almeno fino a quando la marea della Bavisela Family non entra in porto Vecchio lasciandomi solo agli ultimi km. Mentalmente prima che con le gambe percorro viale Miramare, passo davanti alla stazione dei treni, in Piazza della Libertá, guardo il crono, sono a 4.36, sono davvero stanco e mi fanno un po' male le ginocchia, forse perché questo ritmo finale non é proprio il mio, ma manca pochissimo, un km circa e potrei arrivare a ridosso dell'1.40 che potrebbe valere oltre che il record personale, un per me impressionante abbattimento di tale soglia psicologica. E allora getto il cuore oltre l'ostacolo e mi lancio in un lunghissimo sprint, Corso Cavour, poi Riva 3 Novembre, adesso c'é di nuovo quella marea granata, solo che é ai lati della strada, tutti ad applaudire, mi prendo ognuno di quegli applausi anche se sono ben conscio che non sono tutti per me, ma quell'illusione mi trascina negli ultimi 100 metri, guardo il tabellone, vedo solo 1.40 e basta, non vedo i secondi, alzo le braccia al cielo. É PB. Personal Best. Dovró attendere quasi 24 ore per sapere che, alla fine, quel muro, l'ho veramente abbattuto. Il Real Time sará di 1.39.49. 11 fantastici secondi hanno martellato quel limite. E dopo essermi ricongiunto con la mia splendida famiglia e con gli altri compagni di squadra andiamo tutti in pizzeria per incorniciare nel modo migliore il piú bello dei quadri. Alla prossima....

martedì 26 aprile 2016

24 Aprile 2016 Sarnico Lovere Run

Una delle gare piú belle in assoluto. Con queste credenziali mi sono approcciato alla Sarnico Lovere Run, una corsa di 25,2 km che collega le due estremitá del Lago d'Iseo sulla sponda bergamasca. Mi sono letteralmente innamorato di un filmato visto ad Ottobre dello scorso anno su youtube, e l'iscrizione é stata praticamente immediata. Quando ancora non era nemmeno nello stato embrionale l'idea che avrei corso la mia prima maratona a Marzo di quest'anno, questa doveva essere la prima gara da affrontare su un chilometraggio maggiore della classica mezza. Questo ha inciso molto anche sull'aspetto psicologico col quale l'ho affrontata. Avendo corso giá chilometraggi maggiori la distanza non era un problema o almeno non come lo sarebbe stato se l'avessi affrontata solo con mezze maratone nelle gambe. E cosí ho potuto godermi davvero ogni secondo di questo autentico paradiso d'Italia, ogni metro percorso in questo miracolo naturale. Occasione non fu piú ghiotta poi di poter organizzare anche un bel pranzo post gara assieme alla mia famiglia e a quella di mio fratello in uno dei tanti ristoranti convenzionati. Per evitare levatacce e problemi logistici anche al resto della famiglia con loro l'appuntamento é all'arrivo a Lovere, io invece opto per andare a Sarnico dove lascio l'auto in uno dei tanti parcheggi a disposizione. Sono partito da casa dei miei a Milano quindi non é stata poi tanto levataccia neanche per me. La sveglia alle 5.45. Tutto é praticamente giá pronto e dopo una lauta colazione sono giá in auto. Viaggetto di circa un'oretta abbondante. Non sono molto tranquillo perché mi sono accorto di avere lasciato a casa mia, in Friuli, la lettera di conferma per il ritiro del pettorale che faró a breve, ed il tentativo della sera prima di ristamparlo a casa dei miei é fallito perché c'erano dei problemi coi server. Arrivo a Sarnico verso le 8. Sono sorpreso nel vedere che l'area del palazzetto dove si ritireranno i pettorali é giá brulicante di atleti. Saremo 3500 alla partenza. Parcheggiata l'auto in un'area periferica mi fiondo a ritirare il numero di gara in un palazzetto organizzatissimo nonostante ci siano atleti in ogni centimetro disponibile, per fortuna non faccio fila, dall'1 al 500 non c'é nessuno e non mi fanno storie per la lettera di conferma stampata a metá. Ci sono dei tavolini con volontari che servono the, acqua e persino dolci e crostate, si potrebbe fare persino colazione e ci avrei fatto piú di un pensiero se non l'avessi giá fatta prima. Comincio a cambiarmi ed a preparare la canotta sociale col pettorale appena ritirato (fantastico c'é anche il nome), prendo poi armi e bagagli e consegno la sacca all'organizzazione. Ci sono 4/5 furgoni a disposizione tutti contrassegnati. Impossibile sbagliare. Alle 9 sono in zona partenza. Si parte da Piazza XX Settembre e comincio a scaldarmi lí vicino sul lungo lago. Non posso fare a meno di notare che la zona partenza non é né lunga ne larga. Ipotizzo e a ragione che all'inizio si dovrá partire un po' col freno a mano tirato. Entro nella mia griglia, ovviamente l'ultima, a 10 minuti dallo sparo. Mi trovo praticamente a ridosso dei bagni chimici. Esilarante il fatto che io mi trovi rivolto alla linea di partenza e ci sia gente di fronte a me che guarda in direzione opposta in fila ai bagni. Comincia a vorticare nell'aria un elicottero, penso sia l'artefice di quel meraviglioso video di youtube che mi ha fatto essere qui oggi. Scatta il salutone. All'improvviso si parte, lo sparo da dove sono io non si sente, si capisce di aver dato inizio alle ostilitá dal fatto che la gente davanti a me comincia a saltellare come fossero tante ballerine. Io cammino, praticamente comincio a correre se cosí si puó dire, da sotto l'arco della partenza. Il primo km praticamente viene corso a ritmo di lunghissimo, c'é il rischio concreto di travolgere qualcuno piú lento davanti, non che io sia veloce, tutt'altro, ma essendo partito parecchio dietro qualcuno piú lento di me davanti c'é sicuro. Dopo il secondo km invece la strada si apre un po' e si riesce a correre ad un ritmo piú consono alle mie potenzialitá, certo i keniani davanti potrebbero essere giá al primo ristoro ma é un dettaglio. La prima parte non é bellissima, si lascia il lungo lago, si va un po' verso l'interno, qualche sali scendi, ma poi il lago arriva, in tutta la sua bellezza. Il terrorismo psicologico del meteo non ha funzionato. C'é un bellissimo sole. Gli alberi proiettano lunghe ombre sul tracciato, penso che probabilmente non ci saranno per tutto il percorso e probabilmente malediró questo sole quando cominceró a sudare veramente. Si attraversano i comuni di Predore e Tavernola Bergamasca. Prendo una bottiglietta d'acqua al ristoro del km 5 e del km 10, dove assumo anche un gel, posto proprio prima di Tavernola. Si comincia ad intravedere anche un po' di pubblico, bambini che vogliono darti il "5", una banda a scandire lo scalpiccìo delle migliaia di atleti, mi sento orgoglioso di essere uno di questi. Nel lago si staglia la magnifica Monte Isola, la piú grande isola dei laghi europei che raggiunge i 600 metri di altitudine. Il sole comincia ad essere non piú tanto piacevole come in partenza tanto che al ristoro del km 15 prendo una bottiglietta d'acqua e la tengo con me, visto che ora preferisco bere un po' piú spesso. Nel frattempo comincio a intravedere sullo sfondo quella che qualcuno aveva raccontato su runningforum come possibile spauracchio. La salita di Zú. Non é una montagna sia chiaro, é una salita che dura circa un km con pendenze non importantissime, ma arriva dopo 17 km corsi comunque a ritmo sostenuto e sulle gambe puó farsi sentire. Ci arrivo decisamente preparato visto che per quasi un km la vedevo lí, cosí vicina, ed il mio passo si era ormai quasi automaticamente sintonizzato sulla cadenza che avrei dovuto tenere. Una volta scollinato, si fa per dire, una piacevolissima discesa che di slancio ti fa entrare a Riva di Solto dove é posizionato il rilevamento dell'intertempo e dove passo dopo circa 1h 40min ad un ritmo tra i 5.10 e i 5.15. Il paesaggio é da qualche km cambiato radicalmente e se prima era idilliaco adesso é davvero stupendo. Qualche galleria, probabilmente quelle sabotate nell'illuminazione negli anni passati, fa da contorno ad una vista da togliere il fiato. Insenature con un'acqua colorata dal sole in mille sfumature, mi accompagnano negli ultimi 6 km, sembra una cartolina dalla costiera Amalfitana e invece siamo in provincia di Bergamo, mi distraggo dalla corsa, entro in qualcosa di piú grande. Dal km 20, ultimo ristoro, non guardo piú nemmeno il cronometro. Perso in mille pensieri non mi accorgo, questo lo dirá la classifica di tds alla fine della gara, di passare ben 150 atleti e di fare gli ultimi 6 km sotto i 5min/km. Perso in mille pensieri non mi accorgo di essere giá a Castro a meno di un km dall'arrivo e di fare un km, il 24 a 4.10, forse il Garmin é impazzito dopo le gallerie forse sono impazzito io, non importa. Importa che lo spettacolo meraviglioso offerto da questa gara ha il giusto tributo all'arrivo con centinaia di persone assiepate sulle tribunette e contro le transenne che incanalano sul tappeto che porta all'arrivo e dove alzo le braccia al cielo dopo 2h 09m 19s. Un'organizzazione magnifica, anche se scopriró in seguito che forse qualche criticitá c'é stata con gli ultimi arrivati che non hanno ricevuto il pacco gara, un percorso bellissimo, una corsa che qualsiasi runner, almeno una volta nella vita, dovrebbe correre, come tributo all'amore per questo sport.

domenica 17 aprile 2016

17 Aprile 2016 Corritrieste

Ci voleva proprio una gara sui 10 km peraltro non assolutamente preventivata nella programmazione della stagione. E' capitata così, all'improvviso, leggendo un post su Facebook. E ho nicchiato parecchio prima di decidermi se parteciparvi o meno. Dopo la Maratona dell' Unesco che tanto mi ha regalato a livello emozionale e una settimana prima della gara che affronterò sul lago d'Iseo da Sarnico a Lovere che forse altrettante emozioni regalerà per lo splendido contesto naturalistico nel quale si svolge, era difficile trovare motivazioni e soprattutto spazio per altre gare tra impegni lavorativi e familiari. Complice quindi anche l'essere libero dal lavoro, il buon meteo e la compresenza di una gara non competitiva sulla distanza di 5 km affiancata alla competitiva da 10 km, decido che forse non è male l'idea di una gita fuori porta con tutta la famiglia così da coinvolgere anche moglie e figlio e passare mezza giornata nella splendida cornice triestina. Peraltro una gara da 10 km è una sfida che ho avuto il piacere di affrontare una sola volta, in quel di Jesolo, e di cui ho bisogno per confermare i miglioramenti avuti nelle distanze maggiori. Purtroppo l'ultima settimana è stata un po' tormentata, tanto da farmi saltare l'ultimo allenamento previsto Venerdì, a causa di un fastidio al polpaccio, sopportabile certo, ma tale da rendermi quasi a mezzo servizio. O almeno così credevo. Ma andiamo con ordine. Sveglia presto, come ogni volta prima di una gara, a maggior ragione stamattina che dobbiamo prepararci in tre. Trieste non è poi così distante, meno di un'ora da casa, ma oltre a ritirare il mio pettorale devo iscrivere il resto della truppa alla corsa non competitiva e devo trovare parcheggio in una città che certamente non brilla sotto questo aspetto, quindi ho programmato la giornata in modo da arrivare sul posto con congruo anticipo. Ed in effetti la scelta ha pienamente pagato. Arrivati alle 8.30 a Trieste riesco a trovare parcheggio praticamente a ridosso dell'arrivo, a meno di 100 metri dalla partenza e direttamente sulla grande e meravigliosa Piazza dell'Unità ove è ubicato il luogo deputato al ritiro dei pettorali e alle iscrizioni. Nessuna fila per strada, per parcheggiare e per completare le piccole formalità pre-gara. Ottimo inizio. Solo una ventina di minuti dopo la zona comincia a popolarsi. Cominciano ad arrivare anche i compagni di squadra alla spicciolata. Dopo un buon caffè scroccato al presidente perchè ho dimenticato il portafoglio in auto e una piacevole chiacchierata con alcuni di loro è già ora del riscaldamento. Oggi il riscaldamento ha davvero un'importanza elevata, vuoi per i problemi fisici degli ultimi giorni, vuoi perchè il ritmo sarà sostenuto fin dalle prime battute. Brutta bestia la 10km, davvero complicata da gestire e da interpretare. Partirò col ritmo di 4.40 min/km e poi vedrò se è il caso di rallentare oppure se starò così bene da tentare di aumentarlo. La famiglia l'ho salutata da qualche minuto, loro partiranno dietro. Conto di incrociarli lungo il percorso visto che è lo stesso sia per la non competitiva che per la competitiva che lo ripeterà due volte. Alle 9.30 lo sparo puntualissimo sancisce l'inizio delle ostilità. I treni davanti volano già via ed è incredibile vedere quanta gente mi passi nonostante stia mantenendo un ritmo per me già bello sostenuto. Passo al primo km a 4.36. Dovessi riuscire a mantenerlo fino alla fine sarebbe un grandissimo successo personale con un miglioramento di quasi un minuto sul mio miglior tempo sulla distanza. Il percorso non è nemmeno male. Dopo la partenza nei pressi della Scala Reale esattamente di fronte alla già decantata Piazza dell'Unità si percorre un tratto della Riva III Novembre e si entra nel Porto vecchio dove si snoda praticamente tutto il resto della gara. Si esce soltanto dopo aver completato il quarto ed il nono km per percorrere il rettilineo che porta al traguardo posizionato lì da dove si è partiti. Davvero coinvolgente il ritmo della musica che dopo quasi metà del primo giro irrompe sul percorso. Una bella nota di colore. A conti fatti non siamo nemmeno tantissimi, circa 300 tra competitiva e non competitiva, ma il fatto che il percorso in linea è di soli 2,5 km fa si che sembri di essere in numero maggiore. Al terzo km circa incrocio moglie e figlio e dentro di me comincio a pensare che possa essere la giornata giusta per fare un bel tempo visto che il ritmo continua ad oscillare tra i 4.30 e i 4.35. Passo al km 5, alla fine del primo giro, quando ha termine la gara non competitiva, a 22.36. Nuovo primato personale sui 5 km. Ho anche sete, ma decido di non fermarmi al ristoro e di proseguire visto che sto bene e sto mantenendo un ritmo insperato prima della partenza. Anche il fastidio al polpaccio è svanito. I km passano ma non così velocemente come vorrei. Lungo il percorso simpatici animatori con le sparabolle di sapone e i palloncini allietano il passaggio dei bambini e, perchè no, anche dei più grandicelli. Immagino Cristian già conquistato da questi improvvisati artisti; lo incrocio con la moglie poco più avanti, che mi fa una linguaccia e va a guadagnarsi la sua spada palloncino che esibirà fiero all'arrivo. Passato all'ottavo km ho ormai la convinzione che farò il mio record personale ma anche che questi ultimi due km saranno particolarmente lunghi. Uscito dal Porto Vecchio parto in allungo, supero di slancio un paio di atleti e mi lancio nello sprint finale, forse però sono partito troppo lungo, vengo risuperato da uno degli atleti precedenti e concludo il km 10 a 4.20 con un tempo finale di gara di 45.11 ad una media di 4.31, praticamente il ritmo a cui di solito faccio le ripetute dei 2000 m. Record personale migliorato di quasi 2 minuti. Con grande soddisfazione mi reco al ristoro dove ritrovo Cristian e Miky ed il resto della squadra. Dopo una breve chiacchierata, qualche foto si decide per una birretta in un bar del centro tutti assieme. Si torna a casa verso mezzogiorno con Sarnico all'orizzonte. Alla prossima.....

martedì 29 marzo 2016

28 Marzo 2016 Unesco Cities Marathon

Ci siamo. É il grande giorno. Non ho dormito granché in questi giorni. Tanta l'emozione. Punto la sveglia alle 6.30 e faccio colazione. Non ho molta fame, ma oggi devo sforzarmi. La borsa é giá preparata dalla sera prima, devo solo vestirmi. Alle 7.30 sono fuori di casa. Non piove ma il cielo non promette nulla di buono e c'é un alto tasso di umiditá. Meglio sicuramente dei primi caldi. In macchina percorro al contrario una buona parte del percorso, giá transennato e contrassegnato con i cartelli indicanti i km percorsi. Un paesaggio non propriamente idilliaco, ma si sapeva. Arrivo a Cividale, nei pressi della partenza, verso le 8.20. Non é ancora arrivato nessuno della mia squadra, ma molti atleti sono giá lì. Per cambiarsi hanno messo a disposizione una specie di palazzetto delle bocce. Quanto meno é riparato. C'é acqua a disposizione degli atleti e stanno facendo un briefing le handbike, quindi muoversi é un po' difficoltoso all'inizio. Una volta arrivati gli altri 6 maratoneti della squadra e dopo che tutti ci si é preparati, foto di rito e riscaldamento, molto, ma molto blando, visto che il ritmo maratona sará quello a cui faccio riscaldamento di solito. Sono le 9.25. Sono nelle prime file. Tra poco, allo sparo, svaniranno tutte le tensioni e le paure. Partiti. Quasi subito si esce da Cividale, davvero un peccato che la partenza non fosse nella zona del Ponte del Diavolo, scenograficamente e turisticamente avrebbe dato molto alla gara. Mi inchiodo al ritmo di 5.40 m/km. Riesco a mantenerlo agevolmente. Dopo aver attraversato il comune di Premariacco il primo ristoro. Sono passati 5km. Mi fermo una decina di secondi, sorseggio mezzo bicchiere d'acqua e cosí faró ad ogni ristoro. Ho con me anche due gel, li assumeró al km 19 e al 29 in modo poi da avere un po' d'acqua al ristoro per sciacquarmi la bocca. I km passano piacevolmente. Non c'é molta gente ai lati della strada, ma non ce n'é molta nemmeno in gara. Nelle prime fasi si é giá formato un lungo serpentone quasi in fila indiana ognuno col suo ritmo, forse qualcuno é partito troppo forte, nei racconti di maratona non é raro leggere di corridori scoppiati dopo 20 km. Tra il km 12 ed il km 15 si lambiscono i comuni di Manzano e San Giovanni al Natisone. Un paio di rotonde ed un sottopasso spaccagambe lanciano sul lungo drittone che porta a Visco. In questa fase meglio non pensare ai km da fare, meglio pensare a quelli giá fatti. Manca ancora tantissimo. Il serpentone di atleti ormai é diviso in piú tronconi, ci sono vari gruppetti e gli immancabili pacer sempre pronti a dare la carica a chi vuole correre con loro. Una sola volta ho corso con loro perché volevo fare il mio record personale nella mezza e sono miseramente saltato a metá gara. Si passa Chiopris e dopo il ponte sul Torre, sento urlare a gran voce il mio nome. Sono quei matti della squadra che si occupano del ristoro del km 20. Davvero ben organizzati i ragazzi, mi ha fatto davvero un gran piacere nella solitudine di questi primi 20 km vedere facce amiche. Passo alla mezza in 2h spaccate. La media é pienamente rispettata. Dopo poco si arriva a San Vito al Torre, mi affianco a due giapponesi che hanno una Gopro e stanno filmando ogni istante della gara. Li saluto e passo avanti. Ho ancora un buon passo, non avverto fatica e cominciare a vedere paesi a me piú vicini mi dá quasi uno sprint in piú. Dopo Jalmicco si entra a Palmanova, prima della porta Cividale c'é il ristoro dei 25km, uno speaker radiofonico urla il numero del mio pettorale. Dopo 25 km anonimi 500 metri bellissimi, l'ingresso nella Piazza di Palmanova tra due ali di folla in veritá non particolarmente numerosa, e l'uscita dalla Porta Aquileia tra sbandieratori e bande mi fanno accelerare il passo. Comincio a sentire l'aria di casa che scorgeró al km. 34. Ma ora siamo al km 27 e mi accorgo di essere nel deserto. Dinanzi a me pochissimi corridori, dietro di me idem. La cosa mi getta un po' nello sconforto. La forza delle gare é quella, corri con te stesso, per te stesso, ma gli altri corridori con i quali si instaura un rapporto a distanza di solidarietá ti danno una forza in piú. Ed in tutto questo mi accorgo, all'improvviso, di essere stanco. Non é il muro, il famoso muro che prende il maratoneta dopo il km 30 quando, esaurito il glicogeno, finisce la benzina, no, é una sensazione generale di stanchezza. Prima della partenza mi ero ripromesso di correre senza soste almeno 32km, poi, tutto quello che veniva in piú andava bene. Ed avevo come riferimento il tempo del lunghissimo fatto un mese fa 36km in 3h36m. Il ristoro del km 30 all'altezza di Strassoldo una vera manna. Dopo aver assunto il secondo gel un km prima avevo sete. Prendo un bicchiere di acqua freschissima e ne assaporo ogni centilitro come non bevessi da giorni. Riparto con in testa una sola cosa, correre per altri due km e poi fare gli ultimi 10 pensando a piccoli step di un km alla volta. Il km 32 lo passo dopo 3h e qualche minuto, vedo atleti che camminano, altri corricchiano, altri sfrecciano perché secondi staffettisti partiti da Palmanova, mi fermo anch'io. Tra il mio crono e le tabelle kilometriche c'é uno scostamento di un centinaio di metri. Mi affianco al cartellone del km 32 e rifiato un po'. Cammino a passo spedito. Mancano 10km, 10 km che in allenamento sono una uscita normale ora sono una montagna. Faccio il km 33 a 8.30. Poi riprendo a correre fino al km 34, dopo la pausa al passo la corsa non é piú fluida come in precedenza, le gambe sono pesanti. Il cartello dei 34 é 100m dopo casa mia. L'arrivo é ancora lontanissimo. Mancano 8km e 200m. Attraverso camminando la SS.14 attirandomi gli improperi degli automobilisti fermati dall'egregio lavoro della Protezione Civile e dei Vigili Urbani, a cui, essendo ormai passato il grosso della manifestazione, é stato dato il via libera, nonostante il blocco della strada. Poco prima del centro di Cervignano é posizionato il banchetto del ristoro del km 35. Mi fermo una decina di secondi. Questa volta prendo anche dei sali minerali nella speranza mi diano un po' di carica fino all'arrivo. Corricchio un altro km, supero Cervignano e al km 36 trovo un amichetto di mio figlio col papá a fare il tifo. Dopo il ristoro del km 20 e il passaggio in centro a Palmanova questa é stata una delle cose piú belle finora. Gli do il "5" e proseguo camminando, nonostante da dietro mi incitino a non mollare e a non fermarmi. No, non mi fermo e no, non mollo, ma proseguo cosí. Al km 37 riprendo a correre, ora faccio davvero fatica, cominciano a farmi male i muscoli e le ginocchia. Dalle case arrivano odori di carne alla griglia, non credo sia immaginazione, é Pasquetta dopo tutto e tradizionalmente a Pasquetta si griglia. Poi ci sono anche i pazzi che scelgono di correre. Sono in perfetta media per terminare in 4h e 20min. Ma vorrei essere altrove. Km 38 mi rifermo di nuovo e riprendo a camminare. Nel frattempo incrocio un ragazzo che poco convintamente mi dice di essere alla prima, e visto come sta andando, anche ultima, maratona. Lo sappiamo entrambi. Io non sono ancora arrivato, sto tenendo duro, ma non vedo l'ora giá di fare la prossima. E siamo al km 39. Riprendo a correre per quello che puó definirsi corsa. Ho male ai polpacci, alle ginocchia ed ho paura che i crampi possano materializzarsi da un momento all'altro. Nel frattempo supero un atleta che avrá una sessantina d'anni. É alla 11esima maratona, mi dice che non ne ha piú, camminerá da qui alla fine. E dopo avermi detto che dopo questa ne fará un'altra ancora a Copenhagen e poi basta si ferma e mi dice di andare. Quasi quasi mi dispiace. Ma oramai voglio stare sotto le 4h e 20min. E manca poco. Ora anche un fastidiosissimo vento contrario a rendere piú difficoltoso di quanto giá non sia, questo finale. Per fortuna la pioggia ci ha risparmiato. Km 40. Basta. Non corro piú. Non ce la faccio. La parte esterna del ginocchio sinistro é in fiamme ed ogni muscolo del corpo grida vendetta. Cammino. Da Cervignano non sto piú nemmeno guardando il paesaggio, guardo solo i cartelli segnaletici dei km che passano, sempre piú lentamente. Qualche centinaio di metri prima mi passa un pacer delle 4.15:"Dai che ce la facciamo a farla in 4h 16m". Gli vado dietro, 20 metri, poi mollo. Ma ora passa il km 41. Manca 1km e 200 metri. Nuovo vigore nel mio corpo, ci provo, corro 200 metri. Mi fermo di nuovo, manca 1km, il crono non lo guardo piú. Sono sicuro di stare sotto le 4h 20min. Voglio solo vedere la mia famiglia. Mancano 500 metri, corro di nuovo. Sullo sfondo mia moglie agita le braccia ed il mio bimbo accanto a lei. Manca una curva e gli ultimi 200 metri. Mano nella mano con Cristian assaporo il passaggio sul tappeto blu e a braccia alzate taglio il traguardo. Il crono dirá 4h 17min 49 sec. É finita. Una delle piú grandi soddisfazioni della mia vita, correre da oggi non sará piú la stessa cosa.

venerdì 25 marzo 2016

25 Marzo 2016

Ormai non conta piú nulla. É giunta la penultima puntata di questa avventura iniziata molto tempo fa, prima di cominciare ad allenarmi per la Maratona, forse ancor prima di iniziare a correre. Emozione ed ansia come sentimenti ad inseguirsi l'un l'altro. Mancano 3 giorni, saranno tra i piú lunghi vissuti. Le poche certezze conquistate in questi tre mesi di allenamento sono d'incanto svanite ed ora nella mia testa solo dubbi. Dubbi che, ne sono certo, svaniranno dopo lo sparo delle 9.30 del 29 Marzo 2016, perché va cosí, perché la prestazione sportiva é anche attesa, perché le piú grandi gioie passano sempre dalla sofferenza di minuti ed ore che sembrano non finire mai. Lunedí ci sará da soffrire e da attendere ancora molto una volta partito, ma proprio per questo, la gioia del traguardo sará piú grande una volta tagliato. Oggi quindi l'ultima uscita pre-gara. Poco piú di una sgambata. C'é un gran vento, lo stesso vento che ha condizionato gran parte dei miei ultimi allenamenti. Ritmo di CL da tenere per 40 minuti con 5 allunghi finali. Qui davvero il crono conta poco. In tutto poco meno di 8,5 km al ritmo di 5.26/km. Ora sotto, il prossimo resoconto sará la chiusura del cerchio, sará la descrizione di un grande sogno, spero realizzato, di un piccolo atleta.

mercoledì 23 marzo 2016

23 Marzo 2016

Dopo 2 giorni di riposo é ora di rimettersi in moto. L'uscita doveva essere ieri ma ho spostato l'allenamento di un giorno perché la gara sará Lunedí e non Domenica. Ma forse sarebbe stato meglio uscire ieri perché mentre la giornata passata splendeva di un sole meraviglioso, oggi bisogna fare i conti col forte vento. Ma Lunedí non potró scegliermi il clima con cui correre, quindi meglio essere preparati anche a condizioni difficili. Tutto sará sopportabile, ma un diluvio renderebbe la gara terribile. Vedremo Lunedí. Mancano 5 giorni, non sembra vero. Solo 2 allenamenti. Oggi 50 minuti di CL. I primi 25 minuti complice il vento a favore sono affrontati con le ali ai piedi, anche mettendomi di impegno, per dare un metro di giudizio, non riesco a mantenere il ritmo prestabilito. Devo praticamente frenare. Il ritorno terribile. Col vento contro sembra di scalare una montagna. Alla fine un allenamento piú difficoltoso del previsto, doveva essere una semplice sgambata di poco piú di 9 km come tantissime volte ho fatto in questa preparazione, invece il meteo ha ostacolato non poco. Terminati i 50 minuti, 9,2 km al ritmo di 5.26 m/km. La speranza é di non pagare fisicamente qualche colpo d'aria nonostante fossi ben coperto e soprattutto la gola ben riparata. A Venerdí per l'ultima uscita pre-gara, la tensione sta aumentando.

domenica 20 marzo 2016

20 Marzo 2016

-8. Questa notte non ho dormito benissimo. Mi sono svegliato piú o meno 3 volte salvo poi arrendermi definitivamente alle 7.50. Devo andare a lavorare verso mezzogiorno e se voglio allenarmi tranquillamente senza "correre", mi sia perdonato il gioco di parole, devo fare colazione al piú presto ed uscire entro le 8.45. Cosí dopo un caffé, una tazza di latte e qualche fetta biscottata con la marmellata, mi preparo in tenuta primaverile, oggi il tempo é stupendo come ieri, e, calzate le mie amatissime Mizuno, sono fuori nei tempi previsti a effettuare dapprima 10 minuti di riscaldamento e poi una seduta veloce, 50 minuti nei quali dovrei tenere un ritmo di CLS a 5.17/km ma che diventa comodamente una CV a 5.07, ritmo con il quale concludo tranquillamente l'allenamento. Anche oggi sono contento della tenuta fisica, non avverto dolori o fastidi particolari, se non proprio qualcosina di "assestamento" che comunque non crea problemi nell'esecuzione della corsa. Ora mancano 2 allenamenti. Li eseguiró Mercoledí e Venerdí per mantenere le giuste distanze dalla gara che sará, lo ricordo, il Lunedí di Pasqua. E quindi. A Mercoledí......alla prossima.....

sabato 19 marzo 2016

19 Marzo 2016

Ormai decisamente superata quella sensazione di appesantimento alle gambe inizia la fase della rifinitura finale, 4 allenamenti giusto per non perdere il ritmo. Oggi canonici 50 minuti da fare a ritmo di CL ovvero sui 5.32 al km. É una splendida giornata di sole, e decido di uscire sul presto, poco dopo le 8.30 per simulare il piú possibile le condizioni di gara. La partenza sará alle 9.30 ma per effetto del cambio ora del giorno prima in effetti sará come partire alle 8.30. Le sensazioni ottime sono state scaricate nelle gambe con un buon ritmo di 5.26 al km senza forzare e con molta facilitá. Mancano 9 giorni, solo 9 giorni. Ora solo 3 allenamenti mi separano dall'obiettivo. A domani......

giovedì 17 marzo 2016

17 Marzo 2016

Finalmente buone sensazioni. Mancano 11 giorni, mancano compreso quello odierno 5 allenamenti. Tutta una serie di pensieri passano per la mia mente come nuvole sospinte dal vento. Restano lí, per un po', e riprendono la loro corsa impazzita salvo poi ripresentarsi ciclicamente. Che tempo ci sará quel giorno? Come staró? Mi saró allenato bene? Arriverá il fatidico muro? Tutte domande la cui risposta sará trovata il 28 Marzo. Oggi sto davvero bene, ho riposato, ho fatto una buona colazione anche se devo ricordarmi la prossima volta di evitare la spremuta d'arancia, avvertivo la pesantezza della sua assunzione fin oltre metá allenamento. Oggi sono previste le ripetute, le peggiori, quelle che odio davvero fare. 2x3000. Parto con un congruo riscaldamento, di solito vi dedico 15 minuti, ma adesso che siamo agli sgoccioli della preparazione, ne faccio 5 in piú. Poi accelero. Purtroppo mi sono accorto tardi di non avere impostato questo allenamento nel crono e quindi devo fare un po' a spanne negli intervalli, ma riesco a tenere un ritmo elevato per i miei standard per tutti i 3000 della prima serie. 4.35 di media, avrei dovuto tenere 4.47, ma non mi sono pesati per niente. Recupero 5 minuti ad andatura blanda e poi di nuovo accelerata. Altri 3000 e sempre attorno ai 4.35. Questa volta gli ultimi 1000 li ho sentiti, ma senza particolari problemi. Dopo é solo recupero. 15/16 minuti di defaticamento a corsa blanda. Tutto sommato un ottimo allenamento con ottime sensazioni, 13km totali in 1h08m. -11 giorni e -4 allenamenti. Alla prossima.... Straight to the dream.

martedì 15 marzo 2016

15 Marzo 2016.

Eccezionalmente di Martedí. Essendo la gara di Lunedí, ho cercato, regalandomi un giorno di riposo in piú, di far scorrere gli allenamenti di un giorno in avanti. Cosí questa settimana mi alleneró oggi, Giovedí, Sabato e Domenica, 4 degli ultimi 6 allenamenti che mi accompagneranno alla gara. Anche oggi la stanchezza la fa da padrona, ma almeno per un motivo. Mi sono svegliato presto questa mattina, sono andato a lavoro e ho fatto una colazione leggerissima, poi non ho piú toccato cibo fino alle 14, orario di inizio allenamento odierno. Quindi diciamo che sono molto scarico di carboidrati e manca un po' di benzina. Ma poi ci sono tutti quei micro dolori ai polpacci che non mi rendono tranquillissimo. L'allenamento inizia come mi sono prefissato. Dopo essermi scaldato una decina di minuti, parto abbastanza sotto ritmo. Verso il quarto km calcolo mentalmente i km percorsi e quelli ancora da fare, solo che sbaglio. L'errore mi porta ad invertire la marcia quando sono trascorsi 5 km dall'inizio della sessione solo che calcolo in modo errato il riscaldamento precedente e mi ritrovo a terminare l'allenamento dopo 50 min. di CL e 5 allunghi avendo percorso  quasi 11km , ma a quasi 2 km da casa, che percorro camminando stancamente . Fatta eccezione per la parte centrale dell'allenamento dove le sensazioni erano davvero buone e da dove voglio ripartire per trovare un po' d'ottimismo, l'inizio e il termine non sono stati piacevolissimi. Ma mancano 13 giorni, mancano 5 allenamenti, é il momento di stringere i denti, é il momento di crederci davvero. Alla prossima......

domenica 13 marzo 2016

12 Marzo 2013

Una bellissima giornata di sole. C'é molto vento, o almeno a tratti pare cosí. Anche se non si avesse voglia di uscire, un clima del genere non potrebbe non essere sfruttato per un buon allenamento. Nel mio caso, non essendo contemplata l'opzione del non allenarsi, questo é semplicemente un bel giorno per uscire. Ho avuto modo di confrontarmi con alcuni colleghi sulla mia stanchezza attuale. Non avendola mai provata prima ed avendo un po' paura per la gara, sono stato invece rassicurato. Nella fase di scarico é normale provare pesantezza nelle gambe, é sintomo di rigenerazione muscolare e di rilassamento. L'allenamento odierno in effetti non é molto diverso dai precedenti per quanto concerne lo stato di forma generale. Va forse un pochino meglio, ma é indubbia la generale spossatezza. Comunque il lunghissimo di oggi prevede 1h e 45 min. a ritmo maratona, il ritmo che dovrei/vorrei tenere in gara. Un ritmo molto facile da mantenere, ma come detto prima, in questo momento non cosí scontato. Alla fine 19km, un po' di sete e ritmo medio circa 5.37 in complesso soddisfacente. -16 giorni all'evento.-6 allenamenti. Alla prossima......

venerdì 11 marzo 2016

11 Marzo 2016

Oggi un po' meglio. In una giornata che ancora deve decidere se far spuntare il sole o tenersi annuvolata, inizia il terzo allenamento settimanale. Niente di nuovo, niente di cosí difficile. Rispetto a due giorni fa devo solo calare un po' il ritmo e portarmi a 5.32/km, ritmo tutt'altro che irresistibile. Effettuo una decina di minuti di riscaldamento e parto come al solito tenendomi leggermente piú veloce di qualche secondo. Ultimamente ho cambiato anche giro. Invece di andare in direzione Strassoldo, vado verso Aquileia. Sia in un senso, che nell'altro...vedró tutto con occhi diversi tra 17 giorni. Per il momento quasi 11 km in totale in piú nelle gambe e un allenamento in meno. A domani....

giovedì 10 marzo 2016

9 Marzo 2016

Durissima!!! Il giorno di riposo non é servito praticamente a nulla. Ancora non ho smaltito le fatiche della gara di Domenica scorsa. Oggi é prevista una seduta di corsa abbastanza veloce, 50 minuti a 5.07. Mi scaldo anche piú del solito, faccio 2,5 km quasi, ma quando é il momento di iniziare la sessione, niente da fare. Eppure non é un ritmo infernale quello da tenere, ma le gambe non girano. Per raggiungere il ritmo previsto mi sembra quasi di sprintare, il respiro é affannato e terminare l'allenamento una cosa per niente facile. Alla fine oltre ai 2,5 km di riscaldamento ne faccio 10,1 di CM che diventano CV al ritmo di 4.58. Non sono preoccupato peró della fatica fatta. Sono conscio del fatto che un po' di stanchezza é normale, che non tutti i giorni sono uguali e che ho ancora 19 giorni per entrare in forma. 19 giorni, 8 allenamenti che vivró intensamente, serenamente e con la giusta ansia e preoccupazione come tappe fondamentali per raggiungere il mio sogno. Alla prossima.....

lunedì 7 marzo 2016

07 Marzo 2016

Mancano esattamente tre settimane. Ora come ora sono due gli imperativi, uno direttamente dipendente da me e cioé non farmi male, l'altro non ammalarmi, e questo, purtroppo, puó dipendere da me solo fino ad un certo punto. In questa ottica devo gestire le ultime tre settimane e gli ultimi 10 allenamenti con saggezza. Peró decido di uscire oggi e farmi i miei 50 minuti di CL e allora penso che di saggezza ne ho davvero poca. Ma l'effetto dell'adrenalina di ieri non si é ancora placato e visto che uno dei migliori modi per recuperare é quello di allenarsi esco e non se ne parla piú. Ma che fatica!! Ho i polpacci duri come marmo, le gambe pesantissime. L'allenamento non é piacevole come al solito. Quasi per l'intero allenamento mi sembra di avere un'armatura addosso e capisco che non é proprio giornata. Per mantenere il ritmo prefissato devo fare molta fatica e i 5 allunghi finali vengono da me vissuti quasi come una liberazione. Alla fine faccio comunque 10km, ho la mezza di ieri nelle gambe, quindi davvero un bel carico. Vediamo come va nei prossimi giorni, questa volta con un po' di riposo in piú. Alla prossima. Manca sempre meno, sempre meno.....

domenica 6 marzo 2016

06 Marzo 2016

Estremamente felice. Non posso che condensare in queste due parole lo stato d'animo seguito alla prestazione nella mezza Maratona di Gorizia. Dubbi, paure, incertezze, tutto spazzato via dal primato personale migliorato di oltre 2 minuti, per la precisione 2m e 27s. Impensabile alla vigilia, con i carichi di lavoro delle scorse settimane, con il meteo ballerino, con il percorso troppo nervoso. Ed invece spunta fuori un 1.43.03. Probabilmente un tempo che avrei firmato di fare a Maggio quando punteró alla Bavisela, quella sí per il primato personale. Ho cercato di darmi delle spiegazioni, indubbiamente il lavoro in allenamento paga, e forse i 4 allenamenti a settimana, la mole di km sciroppati negli ultimi due mesi, il volume kilometrico sorbito dalle gambe ha contribuito al miglioramento, ma bisogna pur pensare che tutto questo é finalizzato alla maratona del 28 Marzo. Questo doveva pur sempre essere un allenamento. E invece allenamento non é stato. É stata gara vera. Era poi la prima in casacca Fincantieri. Il raduno pre-gara, un bel momento gioviale. Foto di gruppo con la squadra e chiacchierate con amici, tra cui Piero che ho rivisto volentieri e con cui mi sono intrattenuto fino allo sparo, hanno contribuito a stemperare la tensione che quasi sempre prende prima del via. La partenza sul pavé di Corso Italia ed il ritmo tenuto alto sin dalle prime falcate mi avevano fatto intravedere la possibilitá che si potesse fare qualcosa di buono. Dopo qualche km nel centro cittadino si é giá creato un lungo serpentone di atleti. Per fortuna la sede stradale é abbastanza larga e non ci sono problemi di rallentamenti. Poco dopo si entra in Slovenia  attraverso il valico di San Pietro e da lí nell'abitato di Sempeter. In un attimo si é giá a metá gara. Ai ristori prendo un bicchiere d'acqua, non fa caldo, ma avverto la necessitá della piacevole sensazione che dá sulle labbra la bevanda fresca. Prendo anche un gel. Non ce ne sarebbe bisogno in una mezza, ma male non fa ed aiuta a spezzare la monotonia della gara che offre peró sulla ciclabile che porta a Salcano e Nova Gorica, un paesaggio rilassante e completamente nuovo per me. Ad eccezione del km 11 fatto a 5.10, complice qualche salitella e il ristoro, il resto della gara é tutta tra i 4.50 e i 4.55. Il rientro in Italia dal valico di via degli Scogli e la parte finale nel centro cittadino mi fanno pregustare la grande gioia che esplode sulla linea di arrivo posizionata in Piazza Battisti. Ritmo medio finale 4.53 al km. Ritiro la medaglia e consegno il chip. Si torna a casa dopo il ristoro finale con una grande convinzione ed una nuova consapevolezza. Ho lavorato bene, sto lavorando bene ed il 28 Marzo non potrá andare male nulla. -22. Alla prossima.......

venerdì 4 marzo 2016

04 Marzo 2016

Mancano 24 giorni. Anche se fisicamente sto bene i carichi di lavoro cominciano a farsi sentire. Proprio per questo, visto che Domenica c'é la mezza maratona a Gorizia che voglio corrermi senza patemi, oggi tiro un po' i remi in barca dopo 2 mesi in cui ho seguito pedissequamente, anzi pure di piú di quanto avrei dovuto, la tabella di preparazione alla Maratona. Cosí faccio una uscita da 5 km a sensazione. Scopro quanto sia difficile fare strada ed allenarsi ad un ritmo non tuo. Fino a quando si tratta di riscaldamento ok ma se si tratta di fare qualche km in piú ecco che quasi naturalmente sei spinto a correre piú forte. Cosí ho sciolto un po' le gambe una mezz'oretta. Rientrato a casa, comincio a studiare la logistica per la gara di Domenica. Gorizia, arrivo. Alla prossima.....

mercoledì 2 marzo 2016

02 Marzo 2016

Fatto il lunghissimo Sabato scorso, il tempo sembra accelerare. Siamo giá a metá settimana, Domenica ci sará la mezza maratona a Gorizia probabilmente sotto la pioggia. Le previsioni non sono incoraggianti, vedremo. Ma adesso proseguiamo gli allenamenti, facciamo un passo alla volta. Oggi ripetute 3x2000. Tempo discreto, nuvole, ma non piove, fresco, ma sopportabile. Non sono sicuro che un allenamento del genere sia proprio il massimo per una grande prestazione Domenica, ma visto che, come giá accennato, probabilmente le condizioni ambientali in gara non aiuteranno a fare il tempo, meglio allora pensare a quello che di piú grande mi aspetta a fine mese. Mi concederó solo un allenamento leggero Venerdí di 5 km in luogo dei 50 min di CL previsti, per il resto faró sul serio. E cosí dopo 15 min di riscaldamento inizio le ripetute sui 2000, che sembrano davvero non finire mai. Alterno alla distanza prevista 4 minuti di recupero ad una andatura leggera, corricchiando ma non camminando. Faccio le tre serie veloci ad un ritmo vicino ai 4.30 min/km, davvero super per me, visto che dovevo farle a 4.37. Al termine del defaticamento finale completo l'allenamento in 1h 04min percorrendo circa 12 km in totale. Ritmo medio 5.21. Molto bene. -26. Alla prossima....