giovedì 13 ottobre 2016

9 Ottobre 2016 - Maratona di Monaco

La Maratona di Monaco é iniziata molto prima di questo 9 Ottobre 2016. Era Maggio 2015, qualche giorno prima della Bavisela, Mezza Maratona di Trieste. Nel primo incontro con Flavio, conosciuto su Running Forum e futuro compagno di squadra alla Fincantieri Atletica, si sono gettate le basi per quella che sarebbe stata la mia prima Maratona. Ma una serie di circostanze propizie vollero che il mio esordio sulla distanza fosse a Marzo di quest'anno nella Unesco Cities Marathon, ma questo senza ovviamente nulla togliere all'entusiasmo per questo evento. Nei giorni precedenti la gara abbiamo vissuto assieme al simpatico Diego, altro ragazzo del forum con cui Flavio aveva preso contatti, e all'esordio sulla distanza, un po' di tipica atmosfera Bavarese, facendo molto poco gli atleti e parecchio i turisti.
Ma la gara é oggi. Ci arrivo avendo fatto soltanto un lunghissimo di 33 km peraltro terminato quasi strisciando e uno da 27km. Davvero pochino per poter sperare in qualcosa di buono. Conscio di questo, decido di affrontare questi lunghissimi 42 km un po' allegramente, portandomi dietro lo smartphone per fare foto e video, cosa mai fatta in precedenza. La sveglia é alle 7, ma alle 6.30 sono giá in piedi. La partenza avverrá in blocchi, distanziati di 5 minuti l'uno dall'altro. Io sono nel Blocco C, ore 10.10. Dopo colazione finisco di prepararmi decidendo finalmente quale abbigliamento avrei indossato. Maglietta a maniche corte a compressione e manicotti.
Fa freddo qui a Monaco, piú freddo che da noi, e stamattina c'é pure la nebbia. Ma voglio essere ottimista e tenermi aperta la possibilitá di togliere i manicotti qualora uscisse il sole. E il sole, in effetti, verso le 9, fa capolino tra le nuvole, quando, con la Metropolitana, raggiungo il punto di incontro con Flavio e Diego, nei pressi della partenza. Condividere e stemperare con loro la logica tensione prima della partenza é davvero salutare. Lo start é nei pressi del mitico Olympiastadion, teatro di grandi eventi sportivi, al cui interno é fissato anche l'arrivo. Il ricordo, poi, di quanto accaduto nelle Olimpiadi del 1972, con la strage degli atleti israeliani nel villaggio olimpico, dá un che di speciale a questo luogo che di quelle Olimpiadi é il simbolo. Il deposito borse é forse la cosa meno tedesca di tutta l'organizzazione con le sacche adagiate a terra in apparente disordine ma che poi scopriremo essere state meticolosamente allineate in ordine crescente di numero. Gli spogliatoi, ricavati con dei separé sotto la tettoia esterna dello stadio, assolvono alla loro funzione. Ridendo e scherzando mancano 20 minuti all'inizio della gara. Ormai pronti, ci dirigiamo verso la partenza corricchiando il tanto che servirá per poter effettuare un po' di stretching non a freddo. Il blocco A con gli atleti piú forti é giá lí. Musica rock su cui spicca Mammagamma degli Alan Parson Project riempie il cielo ed ogni spazio lasciato libero dagli oltre 6000 atleti. Ore 10, partenza del blocco A. Mancano ora 5 minuti a quella di Flavio, che ci saluta ed entra nel gate di accesso al suo blocco, e 10 alla mia e a quella di Diego. Nel frattempo tutto trafelato arriva alle nostre spalle un corridore che non si é accorto della partenza del Blocco A. Quel corridore é Merne Solomon, arriverá terzo a 33 secondi dal vincitore. Anche il blocco B é partito, tocca a noi. Fünf, Vier, Drei, Zwei, Ein. Buuum. Si parte. Diego scappa subito via, ci rivedremo in birreria la sera. Io, ora, sono solo, accompagnato dai passi di centinaia di altri atleti sconosciuti provenienti da ogni parte del mondo. Vedo magliette della Spagna, dell' Islanda, della Francia, di tante societá italiane. Sembra un piccolo campionato del mondo. La parte iniziale é in leggera discesa, si passa Coubertinplatz, Ackermannstrasse ed Elisabethstrasse, che si percorrerá in senso contrario prima dell'arrivo. Mi accorgo che il ritmo di 5.30 al km é decisamente troppo veloce per me al primo km, soprattutto perché non ho effettuato praticamente riscaldamento. Decido cosí di rallentare per portarmi ad una andatura piú "comoda". Verso il km 6 dopo Giselastrasse si comincia a costeggiare l' Englischer Garten, enorme polmone verde della cittá. Lo lasceremo al km 16. La partecipazione popolare é incredibile. Tutti incitano con le Manine Clapper, fanno un casino incredibile, ti chiamano per nome dopo averlo letto sul pettorale. In un tale contesto lasciarsi trasportare é un attimo. É cosí che inizio la mia corsa nella corsa. Estraendo dal marsupio lo smartphone comincio a filmare attimi indelebili che sono giá scolpiti nel mio cuore. É un crescendo forse meno epico della mia prima esperienza su questa distanza anche se il tempo alla mezza maratona é piú o meno quello, circa 2 ore. I ristori sono ovunque, oltre a quelli ufficiali puó capitare di imbatterti in banchetti improvvisati da tifosi. E c'é di tutto, dalla semplice acqua, agli integratori, ai gel, alle banane. Tutto cosí maledettamente ordinato, tutto cosí.....tedesco. Tutto sommato le cose piú belle turisticamente parlando sono nella parte finale del percorso, quando la Maratona comincia ad entrare nel vivo, quando comincia a chiedere al tuo fisico quel qualcosa in piú che devi tirare fuori. Da Rosenheimer Strasse si arriva alla Ostbanhof e poi davanti al Deutsches Museum al km 28. Sto ancora molto bene anche se le gambe cominciano ad appesantirsi un po'. Al km 30 passo dopo 2h 52min. Ho ancora su i manicotti nonostante a sprazzi il sole scaldi un po'. Ora siamo proprio in centro. I piú bei monumenti di Monaco sono qui, si passa la Sendlinger Tor, una delle vecchie porte medioevali della cittá e la stupenda Marienplatz dove trovo ad attendermi mia moglie e dove lo speaker urla nel microfono a gran voce il mio nome, un saluto piú che fugace ma che dá nuove energie ad un corpo che lentamente sta accusando i km. Il giro turistico in un susseguirsi di istantanee e cartoline regala i passaggi dall'Hofgarten e da Karolinenplatz. Ed é poco piú avanti all'altezza del km 35 che comincia a farmi male il ginocchio sinistro, sempre quello, oltre ad un fastidio continuo al collo del piede destro, causato probabilmente da una stringa tirata troppo sul chip di cronometraggio. Decido di camminare un po' anche perché, a pensarci, non manca molto, sono solo 7 km. Eh sí, ma 7 km a questo ritmo diventano un calvario. All'altezza dell'Universitat dopo il km 36 ricomincio a correre fino a Leopoldstrasse dove devo fermarmi di nuovo a causa del solito dolore al ginocchio. Nel frattempo incrocio camminando credo la postazione dell'intertempo del km 37,5. C'é un gruppo di ragazzi che balla su musica dance. Uno viene verso di me, mi incita a correre, ma come glielo spiego che mi fa male la gamba e che se potessi correrei volentieri? Ma niente, inizia ad accompagnarmi, prima 5 metri, 10, 50, gli metto un braccio attorno al collo ridendo e lui attorno al mio inizia a scandire i passi di corsa al ritmo dei tamburi di una delle decine di bande che si sono date il cambio lungo il percorso, ora sempre piú lontani. Mi ritrovo a correre nuovamente. Km 38. La Franz Joseph Strasse é una delle strade percorse in senso contrario all'inizio della gara. Comincio ad assaporare qualcosa di magico.
Ormai l'alternanza passo-corsa é una costante. Non riesco piú ad essere regolare. Cerco di trovare in ogni angolo del mio corpo quel briciolo di energia che mi porti un po' piú in lá. Ora é lí, lo stadio. É indubbiamente magico. Ed é magico perché adesso corro, non cammino piú. Manca circa un kilometro e mezzo. La gente assiepata ai lati della strada é piú rumorosa che mai. Musica ovunque. Un curvone immette in un sottopassaggio buio illuminato solo da luci strobo con musica rock al massimo volume, sembra di correre in una discoteca. Si entra nello stadio, nell' Olympiastadion. Le gradinate sono per lo piú vuote ma sembrano esserci 70000 spettatori. Nel tempio di Frank Shorter, vincitore della medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1972, quando io avevo soltanto un anno, un profano a calcare quella pista. Incrocio mille sguardi, mille volti. 200 metri. Dall'altra parte della pista vedo lo striscione. Il Garmin mi dá comunque primato sulla maratona visto che siamo a 42,300. 100 metri, alzo le braccia al cielo. Ho un nodo in gola e brividi ovunque. Alla fine é 4h 13m 05s. Siegerlächeln.