domenica 11 dicembre 2016

20 Novembre 2016 - Mezza Maratona di Palmanova

Della Mezza di Palmanova si é detto sempre tutto il bene e tutto il male. I miei giudizi sono stati molto critici nell'edizione precedente, l'unica a cui ho partecipato. Senza quindi aspettarmi né piú né meno di quanto giá avuto modo di saggiare in passato in questa gara, quest'anno avevo da chiedere solo una cosa. Il primato personale. Le ultime settimane post-maratona di Monaco sono state dure, dense di allenamenti, con un solo scopo, dare tutto nell'ultima gara stagionale prima di una lunghissima sosta, in cui cercheró di ritemprarmi un po', lasciando da parte il cronometro per godermi qualche uscita col solo gusto di correre e tornare piú agguerrito che mai i primi di Marzo con la maratonina di Gorizia. Il meteo, é il caso di dirlo, é stato davvero clemente se guardiamo indietro soltanto di qualche ora. Sabato nella Bassa Friulana si é abbattuto un autentico nubifragio durato parecchie ore, tanto da mettere in discussione la gara stessa di Domenica. Buona parte del tracciato é in campagna. Si attraversano soltanto due centri abitati (Trivignano Udinese e Clauiano, quest'ultimo inserito tra i Borghi piú belli d'Italia) e se ne lambisce un terzo (Santa Maria la Longa) oltre a Palmanova dove la gara inizia e termina. Caratteristica, unica nel suo genere, la doppia partenza, con la scelta da parte degli atleti di poter uscire da Palmanova da Porta Udine o da Porta Cividale, per poi incontrarsi verso il secondo km. Il meteo peró é stato anche maledetto. Ci arriveremo. L'appuntamento sotto casa con Mauro, compagno di squadra, é saltato Sabato sera per impegni personali che lo hanno obbligato, suo malgrado, a rinunciare alla gara. Cosí Domenica, in assoluta tranquillitá, alle 8.30 sono giá a Palmanova. Alle 9 incontro con gli altri Iscritti della Societá, scambio di battute, foto di gruppo e cambio al volo per iniziare il riscaldamento. Mi trovo poco dopo con un collega sotto la Loggia. Per la prima volta abbiamo tempi similari, lui piú lenti del solito, io leggermente piú veloci. Decidiamo di partire assieme, poi la gara dirá che direzione prendere. Effettuiamo il riscaldamento e ci inquadriamo abbastanza nelle retrovie quasi all'ultimo minuto. Scegliamo Porta Udine, come lo scorso anno. La partenza, con oltre 3500 iscritti, non puó che essere difficoltosa. Parto a tutta. Se voglio stabilire il mio record, la gara dovrá essere veloce, fin dalle prime battute. Il primo km lo passo a 4.33, tempo che riesco a confermare nonostante il muro di atleti davanti e zigzag nello sterrato infangato, anche nei successivi 8. Quasi come un orologio svizzero il ritmo non scende mai sotto i 4.40 al km. Il primo rallentamento arriva verso il km 11, complice un ingorgo in zona ristoro, l' assunzione di un gel e un autentico muro dei pacer dell'1.40. Ho dovuto quasi abbattere un ragazzo affiancato a loro per chiedere strada. Indubbiamente, ad ulteriore riprova di quanto giá pensato e detto in altre circostanze, correre in un percorso del genere con altre tremila persone non é proprio il massimo. Verso il km 13 riprendo il ritmo iniziale. Ormai abbiamo raggiunto il punto piú lontano dalla partenza e si comincia a tornare verso Palmanova. Si passa Trivignano Udinese tra il km 14 ed il 15 e si comincia a sentire anche un po' di tifo. Ancora sotto i 4.40 al km al km 16 dove si attraversa il meraviglioso borgo di Clauiano, non a caso inserito tra i Borghi piú belli d'Italia. Qui il tifo é sensibilmente maggiore. Anche un po' di musica e majorettes ad accompagnare corridori sempre piú stanchi. Dicevamo del meteo. Maledetto. Bastardo. Il pallido sole uscito ha creato una cappa di umido incredibile. Complice la stanchezza dei km accumulati finora, le gambe a centinaia di atleti, chi prima, chi dopo, hanno ceduto. Sorpasso qualche atleta della mia societá, ormai alla canna del gas. Ed io sono lí, sul ciglio del burrone. Ho una voce nella testa che continua a ripetermi che devo fermarmi. Conosco bene quella voce, é la stessa che nelle due maratone fatte diceva le medesime cose dopo 30 km di sofferenza. E forse l'avrei anche ascoltata se non avessi tratto nuovo vigore e forza dal crono. Il km 18 é assolutamente fuori media, 4.51. Oramai si tratta solo di stringere i denti e, se possibile, mantenere questo nuovo ritmo, piú comodo, fino alla fine, per non vanificare quanto di buono fatto all'inizio. Il km 19 a 4.44 e il 20 a 4.42 danno la consapevolezza di avercela fatta. Oramai é solo una passerella perché forza per sprintare non ce n'é piú. Non ho la forza di parlare né di bere. Poco prima ho preso un bicchiere d'acqua all'ultimo ristoro, ma sono riuscito solo a bagnarmi le labbra. Mancano circa 600 metri all'arrivo quando si comincia a scorgere Porta Cividale. Il cervello si riattiva giusto in tempo per godere di uno splendido rettilineo dove si trovano assiepate tantissime persone, impossibile quantificarle. Un arrivo da grande corsa. Riesco a sentire Roberto urlare il mio nome, ma a stento riesco a trovarlo. Davanti a me pochi metri ancora, sento ansimare una ragazza alle mie spalle che ha iniziato un lunghissimo sprint. Ingaggio con lei questo inutile duello riuscendo a starle davanti per un soffio spostandomi rapidamente sul crono che dá il risultato sperato. Nuovo PB a 1.38.37 confermato dopo la corsa dal Real Time. Ritiro la medaglia e stanco come non accadeva da tempo immemore rientro a casa. Mezza maratona di Palmanova, tutto il bene e tutto il male di una corsa comunque imperdibile. Alla prossima.

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